Secondo i dati rivelati dal governatore della Lombardia Attilio Fontana al sindaco di Milano Beppe Sala, che aveva chiesto chiarimenti sui dati dell’epidemia in città, sono 7.788 i contagiati ufficiali (su 31.650 tamponi eseguiti) e 1.124 i morti.
Di questi più del 60% oltre gli 80 anni (695 fino al 23 aprile scorso), mentre il 94% oltre i 60 anni. Quattro i deceduti tra 20 e 39 anni.
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Il dato che manca: quanti sono i veri contagi? La proposta per una ricerca a campione
Insieme all’origine dei contagi, manca ancora il dato ritenuto più importante per programmare i prossimi mesi: quante sono le persone che sono state contagiate dall’inizio dell’epidemia? Secondo alcune stime potrebbero essere tra le 150mila e le 300mila. Se fosse così significherebbe che Milano sia vicina alla cosiddetta “immunità di gregge”, ossia alla percentuale di contagiati che renderebbe di fatto impossibile la circolazione del virus.
Ma come si può calcolare il numero di persone che sono state infettate dal virus? Arriva la proposta di Alberto Zuliani, ex Presidente dell’ISTAT, che durante la diretta settimanale Facebook e YouTube dell’Associazione Luca Coscioni, dice: “Proponiamo alle Regioni un test a campione completo che consideri anche asintomatici”.
Zuliani sostiene, infatti, che per conoscere il numero effettivo dei contagiati da Covid 19 sia necessario effettuare i tamponi su un campione rappresentativo della popolazione italiana: “Con poche migliaia di tamponi finalmente potremmo avere una stima affidabile della reale diffusione della malattia, invece di basarci solo sui dati della Protezione civile che – come è noto – rappresentano solo i risultati ottenuti su una parte della popolazione più a rischio (sintomatici, operatori sanitari)”.
Commenta Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni: “Collegare scienza e politica prendendo misure basate su metodo scientifico, anziché assistere a questa cacofonia di voci e previsioni improvvisate sulla riapertura, priva di ogni ragionamento ponderato. Viviamo un momento di sospensione dalla democrazia”.
E aggiunge “Si può sospendere la democrazia per un paio di settimane, ma ora che si prevedono mesi di misure restrittive è ancora più importante che le istituzioni invertano la rotta, soprattutto per mettere a disposizione le informazioni che possono servire ai ricercatori e ai media per condurre analisi e dare comunicazioni affidabili.”
BARBARA VOLPINI
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