Nonostante sia uno dei quartieri milanesi più scomodi da raggiungere, La Maggiolina, che deve il proprio nome ad un’antica cascina collocata lungo il Seveso, nasconde dei tesori storici e architettonici che vale la pena scoprire.
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7 cose da vedere nella Maggiolina, il quartiere dell’architettura sperimentale
#1 Villa Mirabello
È la protagonista indiscussa del quartiere. Villa Mirabello, una volta collocata nella campagna alle porte di Milano, è il classico esempio di cascina suburbana quattrocentesca in cui i nobili milanesi usavano ritirarsi per fuggire alle torride giornate del centro città. Mattoni a vista, affreschi, uno splendido cortile e una piccola cappella sono gli elementi che la contraddistinguono. Nel corso della storia ha ospitato personaggi illustri tra cui Ludovico il Moro e oggi è sede di una Onlus dedicata ai non vedenti.
#2 Villa Figini
Realizzata a metà degli anni Trenta dall’architetto Luigi Figini, è il primo esempio di architettura razionalista a Milano con la particolare struttura di 12 pilastri di cemento che la separano dal terreno. Al suo interno offre numerosi comfort tra cui un solarium, una palestra, un soggiorno che si affaccia su un splendido terrazzo.
#3 Città-Giardino
Gli ampi spazi verdi della Maggiolina fanno di questo quartiere il primo esempio di città-giardino in Italia. Quando nella seconda metà dell’Ottocento sono ormai evidenti i danni dello sfrenato sviluppo industriale soprattutto sulle classi meno agiate costrette a vivere in casermoni, ecco che le città si mobilitano per attuare una riprogettazione urbana. Il tentativo è di portare in città un po’ di ruralità, abbassando la densità di popolazione, estendendo gli spazi verdi.
#4 Case igloo
Tra le palazzine liberty a due piani, edifici residenziali e ampi spazi verdi si nascondono in Via Lepanto le case igloo, chiamate anche case zucca, vero gioiellino del quartiere. Realizzate dall’ingegnere Mario Cavallè nel 1946, si tratta di piccole casette, ancora oggi abitate, di circa 50 mq sviluppate su due livelli. Il retaggio a cui Cavallè si ispirò fu senza dubbio quello degli Stati Uniti, in cui proprio in quegli anni proliferava l’architettura delle case circolari. Allo stesso ingegnere si devono anche le case fungo che, però, furono demolite negli anni Sessanta e di cui ci rimane solo qualche fotografia.
#5 Edificio borghese
Realizzato nel 1960 dall’architetto Caccia Dominoni, l’edificio concluse definitivamente i lavori di Piazza Carbonari generando fortissimo contrasto con l’edilizia presente: un condominio “borghese” in una zona di periferia estrema e, per di più, caratterizzato da soluzioni ricercate nella forma e nei materiali.
#6 Villaggio dei Giornalisti
Spesso la Maggiolina, come complesso immobiliare di piccole villette, è soprannominata Villaggio dei Giornalisti. Il motivo è da ricercare negli anni passati, quando lì ci hanno vissuto molti editori, scrittori e giornalisti, forse affascinati dall’atmosfera bucolica del luogo. Tra questi lo storico fondatore e primo direttore del Corriere dei Piccoli Silvio Spaventa Filippi.
#7 Piazza Carbonari
Si tratta di una piazza sopraelevata, creata artificialmente nel 1912 per permettere la continuità della Circonvallazione delle Regioni scavalcando la ferrovia. In foto è la collinetta in basso. Oggi la piazza è un esempio eccellente di riprogettazione urbana. La sua messa a nuovo è avvenuta nel 2012, esattamente 100 anni dopo la sua costruzione: è stata aumentata la superficie dedicata al verde ed è stata realizzata una pista ciclabile in ordine e simmetria con i nuovi parcheggi.
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