Dormitorio, vetrina, community, borgo: in che tipo di quartiere di Milano vivi?

Rilanciamo il quadro semiotico dei quartieri di Milano, una mappa che divide la città in 4 grandi famiglie. Tra presenti e grandi assenti, trova il tuo quartiere!

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Fonte: www.squadrati.com

Riproponiamo un successo evergreen: il quadrato semiotico dei quartieri di Milano, una mappa che divide la città in 4 grandi famiglie. Quali sono i criteri? L’attitude della zona, il senso identitario del quartiere, ma anche la quantità di vita che trascorre chi ci abita. Come dicono i loro autori, una mappa che è un po’ “dimmi dove abiti e ti dirò che tipo di quartiere è”. A crearla e a diffonderla sui social, sono stati gli Squadrati, un’agenzia che ha come missione quella di rendere pop le ricerche di mercato.

Vedi: Il quadrato semiotico dei quartieri di Milano di www.squadrati.com

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Dormitorio, vetrina, community, borgo: in che tipo di quartiere di Milano vivi?

# Se vivi qui, buona notte…

Il quartiere Dormitorio ha scarso senso di comunità tra chi ci vive e non è molto frequentato dai non-residenti.
Tra i più influenti nella loro natura un po’ sopita, troviamo il quartiere Adriano, dove sorgevano i capannoni della Magneti Marelli, chiusi nel 1993. “Tutti i quartieri nati tra gli anni Novanta e Duemila, quelli costruiti attorno a un buco per una nuova Esselunga non si sono dimostrati esempi di successo urbano” dice Maran, Assessore a Urbanistica, Agricoltura e Verde a Milano. Altro quartiere in cerca di una sua identità è Cagnola: chi ci abita appena può scappa.
Poi c’è Gratosoglio, a sud di Milano, frutto del boom degli anni ’60 che mette inquietudine anche a chi ci vive. Strade vuote, piazze abbandonate, case popolari silenziose e le torri bianche dell’Aler fanno pensare ad un quartiere abbandonato. Invece qui ci si dorme, appunto.

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# Se vivi qui, sei cool…

Nei Quartieri Vetrina, sempre a dire dei creatori della mappa, i residenti hanno uno scarso senso di comunità, ma l’area esercita un grande fascino verso l’esterno, attraendo i non-residenti per lavoro o per piacere, come lo shopping, la serata, il ristorante, il passeggio. Tra questi, il quartiere Brera che si posiziona nel grafico come il massimo esempio di  “vetrinitudine”: massimo livello di attrattiva, minor grado di coesione tra i suoi abitanti. Qui, al massimo, ci si ferma per farsi un aperitivo o farsi fare le carte, ma solo se non ci si abita. Altri quartieri vetrina sono Garibaldi e Porta Nuova.

# Se vivi qui, ti attacchi al tram…

I Quartieri Borgo sono caratterizzati da un forte senso di comunità di chi li vive, ma sono poco frequentati dai non-residenti. Chi abita in un quartiere borgo generalmente è molto affezionato a quella dimensione di vita, dove ci si conosce per nome, dove ci si aiuta vicendevolmente, dove gli artigiani e le botteghe sopravvivono ancora. Una dimensione, insomma, più vicina a quella di un paese. E poco importa se non è ben servita dai mezzi… Baggio ne è un esempio: con la sua storia che risale addirittura all’epoca celtica, una meno felice, che negli anni ’70 e ’80 lo fece inserire nella lista nera dei quartieri più pericolosi di Milano, Baggio e le sue viuzze d’antan fanno dimenticare che l’autobus passa ogni 15 minuti. Altri tipici quartieri borgo sono la Barona, Affori, Greco e Casoretto

# Se vivi qui, aggiungi un posto a tavola…

E, infine, ci sono i Quartieri Community, quelle zone vissute dagli abitanti con grande senso di appartenenza, ma che allo stesso tempo risultano affascinanti e attrattive anche per chi non ci vive. Due quartieri Community su tutti sono Chinatown e No.Lo.. La loro dimensione è talmente intima, il senso di appartenenza di chi ci abita è talmente forte, che quando ti ci trasferisci un comitato di benvenuto organizza una festa per te. Si scherza, ma il senso di comunità è alto, il tessuto sociale, tendenzialmente popolare e con una presenza etnica maggioritaria, è multiforme e colorato, e l’accoglienza è calorosa.

# Se vivi qui, deciditi…

Nel punto centrale della mappa, a cavallo tra le ascisse dell’attrattività e le ordinate dell’appartenenza comunitaria, ci sono alcuni quartieri indecisi: i creatori del quadro semiotico indicano Lambrate, Lorenteggio, Giambellino, Scalo romana.
Prendiamo Lorenteggio: effettivamente la sua evoluzione non può che averlo portato a un’identità incerta.
Dopo la guerra, al posto dei campi e cascine vennero costruite grandi fabbriche che lo trasformarono in un quartiere destinato all’immigrati dal sud Italia. Oggi il quartiere è socialmente variegato: oltre a una forte presenza di immigrazione straniera, risiede qui un’importante comunità ebraica e giovani che hanno trasformato gli spazi delle ex aree industriali in loft o show room. Scelta curiosa invece quella di mettere Lambrate tra i quartieri in bilico: il quartiere infatti si considera da sempre un borgo ed effettivamente le caratteristiche ci sono tutte.

# I commenti della community

Memorabili i commenti degli utenti facebook, che hanno reso virale la mappa: c’è chi si chiede chi sia il giargiana che ha fatto le suddivisioni, mettendo Lambrate (appunto) e Maggiolina come quartieri dormitorio, attribuendo a QT8 la stessa capacità attrattiva di Bovisa, c’è chi si lamenta di non vivere da nessuna parte! Sì, perché i grandi esclusi non sono pochi: Villapizzone, Quarto Oggiaro, Pagano e Wagner, Ponte Lambro… e quali altri mancano?

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BARBARA VOLPINI

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Barbara Volpini
Segno zodiacale gemelli e mancina. Il resto, tutto sommato, è meno importante: laurea in giurisprudenza, copywriter, social media marketer, interior designer, scrivo racconti e ballo il tango.

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