Forse non sapevate che in piazza Missori, sotto i miseri resti dell’antica basilica di San Giovanni in Conca che milanesi chiamano “el dent cariaa”, per la forma frastagliata, è nascosta una bellissima cripta di epoca romana, l’unica ancora esistente a Milano. Quasi certamente non sapevi che questa chiesa ha avuto una storia travagliata e una fine ancor più infelice.
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El Dent Cariaa: la chiesa che Milano sacrificò alle automobili
Illustre testimonianza di storia e arte milanese sorta tra V e VI secolo in un avvallamento del terreno da cui deriverebbe l’appellativo “in conca”, nell’area di un quartiere residenziale romano di cui ci sono rimasti solo i resti di un pavimento a mosaico, conservati al Museo Archeologico, la basilica subì nel tempo continue evoluzioni.
Distrutta nel 1162 dal Barbarossa, tra l’XI e il XIII secolo fu ricostruita in forme romaniche con l’aggiunta di un tozzo campanile e di questa cripta, la sua sola testimonianza superstite, che dopo un attento restauro conservativo è diventata spazio espositivo e punto di partenza per visite guidate alle aree archeologiche di Milano.
La basilica fu nuovamente ricostruita nel XIII secolo e poi donata all’ordine dei carmelitani, che aumentarono l’altezza del campanile. Ma il suo destino fu poi segnato dall’avvento della modernità. Ridimensionata alla fine dell’800 per far spazio a via Mazzini, fu definitivamente demolita dopo la Seconda Guerra Mondiale per l’apertura di via Albricci, sacrificata alle esigenze del traffico cittadino. Nel 1948 la facciata viene smontata e trasferita sulla fronte del tempio valdese in via Francesco Sforza, dove è ancora visibile.
Oggi l’applicazione delle scienze esatte all’archeologia unita all’utilizzo di nuove tecnologie rende possibile l’incremento della conoscenza e della fruibilità di questa parte rilevante del nostro patrimonio storico. Nell’ambito di un progetto di ricerca coordinato dall’Università Bicocca – che riguarda alcuni fra i principali siti archeologici di Milano dell’epoca romana – lo stato corrente del monumento è stato rilevato con estrema accuratezza grazie alla scansione laser tridimensionale, e mediante l’applicazione di tecnologie di realtà virtuale è possibile seguirne l’evoluzione storica mettendo a confronto i modelli di epoche diverse.
Ma per quanto belle siano queste ricostruzioni, speriamo sia oramai giunto il tempo in cui le strade vengono chiuse al traffico per edificarli i monumenti, non viceversa.
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ROBERTA CACCIALUPI
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