Anche Milano aveva il suo prete guaritore. Era Don Giuseppe Gervasini che nella Milano della prima metà del novecento divenne noto come “el Pret de Ratanà“.
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El pret de ratanà: il prete stregone che curava i malati di Milano
# Il “prete scomodo” spedito in periferia
Era nato a Sant’Ambrogio Olona il primo marzo 1867 e sviluppò la capacità di riconoscere le malattie e di guarirle durante il servizio di leva prestato a Caserta come addetto alla sanità, tra il 1887 e il 1888.
Questa sua dote fu malvista dalle gerarchie ecclesiastiche del tempo che lo giudicarono un “prete scomodo” e lo trasferirono in parrocchie periferiche, da Pogliano Milanese a Cabiate, da San Vittore a Peregallo di Lesmo fino a Retenate, località del Comune di Rodano, che gli diede il soprannome con cui fu chiamato.
# Le sue cure miracolose
Le sue qualità di guaritore erano esercitate attraverso modalità paranormali unite alla sua capacità di usare erbe e medicamenti naturali e, pare, fossero capaci di debellare qualunque malattia. Con il numero di malati che lo ricercavano crebbe anche il numero dei suoi nemici, non solo all’interno della chiesa, come il conte Alessandro Greppi, nei cui possedimenti si trovava la parrocchia di don Giuseppe, che nel 1901 chiese e ottenne dall’allora Arcivescovo di Milano, cardinal Ferrari, la sua sospensione a divinis (sospensione che fu in seguito revocata).
# A San Siro
Nel 1926 Don Gervasini ricevette in dono, da un uomo che aveva guarito, una piccola casa in via Fratelli Zoia, in prossimità della Cascina Linterno, situata oggi nella zona di San Siro, ai confini del parco delle Cave. In quella casa si trasferì e continuò a operare, consacrando anche la prima pietra della nuova chiesa di Sant’Elena nel 1938, fino alla morte nel 1941. Negli ultimi anni della sua vita trovò conforto anche nell’Arcivescovo Ildefonso Schuster, che lo ammirava.
# Sepolto al Monumentale
Ai suoi funerali partecipò una folla immensa, e molti suoi beneficati aprirono una sottoscrizione affinché gli venisse data sepoltura nel Cimitero Monumentale di Milano.
Dopo pochi anni dalla sepoltura la sua tomba è stata spostata in un’area con uno spiazzo più vasto del cimitero stesso, per il gran flusso quotidiano di pellegrini che accorrono ancora oggi a pregare sulla sua tomba.
La Chiesa non ha mai proceduto al processo di beatificazione, non ritenendo valide le prove della sua attività miracolosa.
La storia del Pret de Ratanà è raccontata in un film del 1973, dal titolo “Stregone di Città“.
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