I nomi della linea metropolitana di Milano suscitano curiosità e domande, spesso dovute all’incongruenza del luogo che identificano o del metodo scelto tra stazioni diverse.
Si potrebbero fare tanti esempi da Lodi T.I.B.B. M3 (che richiama una fabbrica scomparsa prima dell’apertura della linea), a Porta Romana M3 che indica una zona invece di localizzare il Piazzale Medaglie d’oro, oppure al contrario la fermata Piola M2 che indica la piazza invece che il quartiere di Città Studi, insomma manca un criterio generale.
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Gàmbara o Gambàra? L’eterno dilemma sulla pronuncia della fermata M1
# Quando la pronuncia del nome divide i cittadini
Un nome che fa discutere, se non addirittura litigare, non per il luogo che dovrebbe localizzare, ma bensì per l’accento posto sulla sillaba corretta è la fermata Gambara della linea M1.
Lo speaker della metropolitana la chiama Gàmbara, con l’accento sulla prima A, e questa pronuncia si sta imponendo in città. Tutti d’accordo? Per niente.
I cittadini della zona rivendicano la pronuncia Gambàra, sulla seconda, tanto da lanciare perfino una petizione nei confronti del Sindaco Sala per rimediare all’errore che “oltraggia gli abitanti del quartiere che da anni si sentono vessati”.
# La verità? Ha ragione la speaker di ATM
Allora qual è la verità? Pare che abbia ragione proprio la speaker ATM. La fermata infatti si riferisce alla piazza che è intitolata a Veronica Gàmbara, poetessa del Cinquecento. Gàmbara appunto, da non confondere con Gambàra, paese del bresciano.
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FABIO MARCOMIN
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A Milano c’è anche la scuola “Veronica Gàmbara”. I cittadini che pretendono la pronuncia sbagliata so o solo ignoranti
I cittadini della zona dovrebbero andare a scuola e magari leggere le poesie di Veronica Gàmbara, dal madrigale dedicato al marito prematuramente scomparso, che amò e rimpianse per tutta la vita, ai poemetti bucolici non privi di un’elevata etica.
Alcuni suoi componimenti potrebbero essere permanentemente affissi ai muri della fermata della metro, a lei dedicata perché si trova nell’omonima piazza.
Una gran donna lombarda, colta e di gran carattere, che amministrò esemplarmente e fu stimata da tutti.
Peraltro già mi aspetto le discussioni asinine quando complice la fermata di metro4 “Bolìvar” raglieranno “si dice Bòlivar”. Ma quanto a storpiature i miei concittadini sembrano secondi a nessuno. Dal santa Babila di storica memoria alla rotonda della Besana (sarebbe san Michele ai nuovi sepolcri e comunque Besana si chiama Enrico) dal pont de véder (ponte vetero) a Comasìna invece di Comàsina, ma questa è battaglia persa da quel dì. L’elenco sarebbe lungo ma una sola cosa vorrei aggiungere: presso piazza Piola c’è una via dedicata a uno stenografo. Si chiama Noe ,con la o scritta con la dieresi, alla tedesca, e pronunciata come in in francese bleu. Ma per tutti è via Noè. Il gran patriarca non ‘centra ma in questo caso obiettivamente qualche difficoltà c’è.
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