I 5 centri sociali più attivi a Milano

Dove si trovano e quali sono le loro "battaglie"?

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milanomind IG - Il Cantiere
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L’antiproibizionismo, la lotta per la casa, ma anche la lotta contro la gentrificazione che relega in periferia chi non è ricco. La critica alla società capitalista e alla ricerca ossessiva del profitto, la battaglia contro il precariato. L’aspirazione a una generazione queer oltre il patriarcato, l’opposizione al potere e il sostegno alla causa palestinese, la giustizia climatica. Sono questi i temi al centro della cultura antagonista. Questa una panoramica aggiornata dei principali centri sociali di Milano.

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I 5 centri sociali più attivi a Milano

#1 Il Leoncavallo, un’istituzione per la cultura alternativa milanese

Leoncavallo

Attualmente sono una decina i centri sociali attivi in città. Il Leoncavallo è forse il più celebre: fondato nel 1975 si tratta di un’istituzione per la cultura alternativa milanese con concerti, mostre, dibattiti e iniziative sociali.

Il Leoncavallo SPA (Spazio Pubblico Autogestito) è un centro sociale occupato: svolge attività politica e culturale in completa autogestione. Una storia lunga legata a doppio filo con quella dei movimenti extraparlamentari. La storia del Leoncavallo inizia il 18 ottobre 1975, quando un’area dismessa di 3600 metri quadrati viene occupata da un gruppo di militanti extraparlamentari provenienti da diverse esperienze interne al movimento rivoluzionario che caratterizzò il lungo ’68 italiano.
L’occupazione si caratterizza immediatamente per la proposizione di temi che investono la società intera: la creazione di un asilo nido, una scuola materna, il doposcuola, la mensa popolare, il consultorio ginecologico, le attività culturali, sono gli obiettivi immediati che il neo comitato di occupazione si prefigge. All’interno del Leoncavallo, oltre alle attività già esistenti nascono corsi di fotografia, collettivi musicali e teatrali, laboratori di pittura, un’officina, una palestra, la sala-video e il centro di documentazione.

#2 Csa Cox18, tra i più conosciuti a Milano

csoa.cox18 IG

Il Csa Cox18 in zona Ticinese è uno dei centri sociali più conosciuti a Milano, sede di eventi, mostre e incontri su tematiche sociali e politiche. Si tratta di uno spazio sociale, occupato e autogestito che si trova a due passi dal Naviglio Pavese e che è tra i più famosi di Milano: compirà 50 anni l’anno prossimo. I collettivi che ne fanno parte dal 1976  rifiutano le ideologie dominanti o che vogliono dominare, scelgono la forma assembleare per prendere decisioni ed esistere, cercano relazioni personali non strumentali, perseguono l’autogestione generalizzata creando aggregazioni e reti di solidarietà. Si tratta di uno spazio sociale che ospita la Libreria Calusca, organizza dibattiti, cineforum, un mercatino agricolo e l’archivio ‘Primo Moroni’ dedicato ai movimenti degli anni ‘60-’70. E poi ci sono i concerti rock e punk principalmente, ma anche jazz e djset e rassegne che offrono spazio alle band emergenti: perché la musica è nel DNA dei centri sociali.

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Il libro “Cox18 Calusca City Lights. Storia di un’autogestione” è una testimonianza breve e sintetica, dal 1976 a metà degli anni ’90, dei collettivi che hanno gestito via Conchetta 18 a Milano. In queste pagine si racconta come da 49 anni sia possibile l’esistenza di questo luogo e di come, nel relazionarsi ad esso, le articolazioni dell’amministrazione cittadina abbiano dovuto ascoltare tutte le istanze che venivano dal basso per sospendere o rinviare l’applicazione delle procedure securitarie provenienti dall’alto.

#3 Il Cantiere, tra i più attivi in ambito studentesco

milanomind IG – Il Cantiere

Uno dei più attivi in ambito studentesco è il Cantiere di via Monte Rosa in zona Lotto, si tratta di un punto di riferimento per i movimenti collettivi studenteschi nelle scuole di Milano, che qui trovano anche supporto per l’organizzazione delle attività autogestite durante le occupazioni. Il Cantiere si definisce “un laboratorio politico di movimento, in cui si immagina un’alternativa al sistema neoliberista che ci vuole incasellare nelle sue tristi categorie. Costruiamo approfondimenti politici e culturali, laboratori artistici e momenti di socialità libera da mercificazione”. Hanno dato vita alla storia di un laboratorio sociale e spazio di alternativa culturale per i giovani e la città, uno strumento utile a combattere discriminazioni, svendita e privatizzazione della cultura, soprusi e mancanza di diritti. Non si sono più fermati e la galassia del Cantiere si è articolata nel tempo e nello spazio: diverse generazioni e collettivi di attivismo, progetti di alternativa culturale e crew artistiche e musicali, pratiche e spazio di mutuo soccorso.

#4 La Cascina autogestita Torchiera

Cascina Torchiera FB

In zona Musocco c’è la Cascina autogestita Torchiera. Torchiera è una cascina storica fortificata risalente al 1330 e di proprietà dei Padri della Certosa di Garegnano fino al 1888. Tra il ‘91 e il ‘92 la Cascina raggiunge uno stato di totale abbandono e in quello stesso periodo un gruppo di ragazzi del quartiere vi si insedia costituendosi in Centro Sociale Autogestito Torchiera, diventando l’unico centro di attività culturali e aggregative di tutta la zona Certosa-Garegnano. Da 24 anni vive come spazio di aggregazione effettivamente aperto a tutti in cui prendono forma iniziative culturali e ricreative aperte e accessibili perché “a basso costo” come laboratori di teatro, di danza, di ginnastica acrobatica, scuola di italiano per stranieri, presentazioni di libri, dibattiti politici e culturali, cineforum, concerti e spettacoli, cene sociali.

Dipinta sui giornali come luogo pericolante e insalubre, è in realtà un luogo in cui l’unico pericolo che si corre è quello di socializzare, imparare, discutere, giocolare, parlare, insomma vivere sottraendosi alle logiche securitarie dell’amministrazione comunale ed alle logiche di mercato che stanno schiacciando ogni forma di libera espressione. Torchiera è un contenitore di persone orientate ad esprimere identità in un fiume di diverse soggettività libere di interagire e che possono realizzare politiche di aggregazione in una città che esclude e per questo è ‘pericolosa’. Questo luogo può essere definito come un progetto collettivo di spazio sociale nel quale centinaia di persone si attivano spontaneamente per restituire un luogo pubblico di aggregazione a una città e a un quartiere del tutto privi di spazi sociali. Nonostante gli ostacoli frapposti, la Cascina Autogestita Torchiera resiste: autocostruzione, aggregazione, controinformazione, pratiche politiche dirette, autogestione e autofinanziamento. Torchiera vive come spazio di aggregazione effettivamente aperto a tutti, diventando molto spesso rifugio e palcoscenico per molte minoranze urbane e luogo di scambio culturale tra esse.

#5 Centro occupato autogestito T28, con annesso Ambulatorio medico popolare

Centro Occupato Autogestito T28 FB

In via dei Transiti 28, proprio accanto all’uscita Pasteur della metropolitana, è attivo dal 1978 il Centro occupato autogestito T28. Si tratta di una strada stretta nel quartiere Loreto, che collega viale Monza con via Padova, simile a molte altre della periferia est di Milano.

Dal 1994 ospita anche l’Ambulatorio medico popolare, associazione legalmente riconosciuta, autogestita e autofinanziata, che fornisce servizi essenziali a chi rimane fuori dal sistema sanitario nazionale: i senza dimora o gli stranieri senza permesso di soggiorno. Più volte minacciato di sgombero, l’Ambulatorio in questi anni ha curato gratuitamente più di cinquemila persone. Tra gli ambiti di impegno, la sanatoria delle occupazioni: “quando vivere è un lusso, occupare è necessario”. Attraverso la riappropriazione del diritto all’abitare il 25 aprile hanno portato in via Padova a Milano le loro istanze. Infatti, anche in questo quartiere, come in molti altri della città, ad arricchirsi sono le grandi immobiliari e quei proprietari di case che affittano gli appartamenti o le stanze a prezzi insostenibili, mentre un altissimo numero di case comunali vengono lasciate sfitte. Riappropriarsi del diritto all’abitare per loro è il primo passo nella costruzione di un percorso di lotta reale che porti alla redistribuzione della ricchezza e ad una vita dignitosa per tutti.

Continua la lettura con: Centri sociali: cultura o degrado? Le 7 idee per il centro sociale del futuro

MARTA BERARDI

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Marta Berardi
Sociologa tirocinante. Appassionata di lingue, arte, cultura, musica, marketing e comunicazione. Mi affascina il mondo e il modo in cui si muove ed esprime: viaggiare è la mia dimensione. Sempre vissuto nella periferia di Milano, ho imparato a comprenderla meglio una volta cresciuta, anche se sono sempre alla ricerca di iniziative che possano renderla una città ancora più stimolante

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