I 5 luoghi più strani d’Italia

Per le loro caratteristiche geografiche, storiche o per delle stranezze davvero uniche

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Lunigiana

L’Italia è il paese delle meraviglie paesaggistiche e naturalistiche, oltre che di un patrimonio storico/culturale che non ha eguali, e su questo non c’è contestazione che regga. Ci sono comunque delle zone della nostra penisola non molto conosciute ma che conservano al loro interno delle particolarità, rendendole alquanto strane.

Possono essere quei paesi alle uscite dell’autostrada che non imbocchiamo mai, le aree di alcune regioni meno visitate o, semplicemente, i posti dove si pensa non vi sia nulla di interessante da visitare. Almeno fino a che non ci mettiamo piede.

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I 5 luoghi più strani d’Italia

# La Lunigiana: un’area divisa a METÀ

Credits: sigeric.it – Lunigiana

Trae il suo nome dalla città di Luni, fondata dai Romani nel 177 a.C. alla foce del fiume Magra e si identifica oggi nella vallata di questo fiume e in quelle dei suoi affluenti, mentre i suoi confini storici sono molto più ampi. La “Lunigiana Storica” nell’anno Mille estendeva la sua giurisdizione sul territorio oggi compreso nelle provincie di La Spezia e Massa Carrara, fino ad Albareto in provincia di Parma e all’Alta Garfagnana in provincia di Lucca.

La stranezza consiste nel fatto che è una zona a metà fra la Liguria e la Toscana, e per questo lievemente bistrattata da chi vuole andare sul sicuro come le spiagge liguri (soprattutto quelle di Levante) e le perle sparse in tutta la Toscana, quando invece in Lunigiana le attrazioni ci sono eccome. Fra le più rilevanti e strane del luogo: il borgo di Castelnuovo Magra, gli scavi archeologici di Luni e l’itinerario del vescovo di Canterbury.

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# Le Murge: lo strano rapporto tra UOMO e NATURA

credits: @parcoaltamurgia su IG

Si intitola “Alta Murgia – una terra strana” il primo documentario interamente dedicato al Parco Nazionale dell’Alta Murgia prodotto da White Fox Communications per l’Ente Parco qualche anno fa. Il docufilm, diretto da Eugenio Manghi (regista, fotografo e giornalista naturalista) presenta un’Alta Murgia inedita, con immagini esclusive che testimoniano la presenza di specie protette come il lupo, la volpe e altre specie rare e raccontano eventi come l’arrivo delle gru in migrazione.

Il tutto senza tralasciare la narrazione del rapporto tra l’uomo e l’ambiente, da molti considerato appunto una stranezza ma, da queste parti, normale regolarità. Un lavoro di équipe che si è avvalso della collaborazione di numerosi esperti di faunistica locali.

#  Alto Adige: le sue piste dei DINOSAURI

credits: @alessioforbicioni su IG

È il momento delle stranezze preistoriche: in un paesaggio oggi così tranquillo e rigenerante, nel territorio dell’attuale Rovereto, troviamo il Jurassic Park italiano. Grandi rettili lunghi cinque o sei metri e pesanti anche due tonnellate che correvano lungo la riva limacciosa del Mare di Tetide, in un periodo collocato a circa 200 milioni di anni fa.

Dinosauri erbivori e carnivori del Giurassico hanno lasciato traccia del loro passaggio dando forma a uno spettacolo incredibile denominato le “piste dei dinosauri”. Alias, un tracciato di impronte fossili grandi anche 30-40 centimetri di diametro, visitabile nella zona dei Lavini di Marco, sul Monte Zugna. Le orme sono centinaia, suddivise in due gruppi principali: più in basso, nei pressi della strada forestale, e poi a una distanza di cinquanta metri, più a monte. Il percorso di facile percorrenza è tracciato e segnalato da pannelli informativi, ed è visitabile in meno di due ore.

Per preservare dal rischio di deperimento il più grande giacimento in Italia di impronte fossili sono stati eseguiti dei calchi delle orme ed è stato digitalizzato il tracciato sul terreno, ricostruendo ipoteticamente le piste e i dinosauri che le hanno percorse, oggi visionabili al Museo Civico di Rovereto.

#  Comacchio: i suoi nomi alquanto bizzarri

credits: comune.besozzo

Il territorio del Delta del Po è da sempre fucina di curiosità e di “stranezze” (per usare un eufemismo) alquanto bizzarre. Sin dai primi del ‘900, complici le ideologie politiche e la guerra, i ferraresi si sono sbizzarriti alla ricerca di nomi particolari, a volte anche unici e comunque originali, da dare ai propri figli. Qualcuno si è anche preso la briga, in tempi non sospetti, di raccogliere un po’ di questi nomi e di elencarli in un libro che ha riscosso un discreto successo.

Ci sono nomi legati alle tendenze politiche, alle simpatie sportive, ai grandi periodi della storia ed ai luoghi della nostra amata penisola. Elencarli tutti sarebbe troppo. Proponiamo quelli che ci sono sembrati i più bizzarri e particolari, scelti a caso dall’anagrafe di Comacchio. Aristodemo, Cicles, Elefanta o Lodisse, passando per Sovente, Faloiser e Rotonda.
Ps. è tutto vero!

# Sardegna orientale: conosciuta come la Costa dei RE

credits: @gianfrank su IG

La Costa Rei della Sardegna ha una storia particolare, la quale spiega anche lo strano nome che le è stato dato. Originariamente la zona era paludosa e ricca di acquitrini. L’azione di bonifica affidata ad alcuni detenuti verso la fine dell’800 è riuscita a far assumere l’aspetto magico che oggi mostra in modo fiero.

Proprio per via della presenza dei galeotti, il tratto di costa venne riconosciuto come quello dei “rei”. Anche se c’è da dire che, senza l’intervento di un gruppo di imprenditori belgi verso la fine degli anni ‘60, Costa Rei in Sardegna non avrebbe potuto offrire le tante comodità e attrazioni turistiche di cui oggi gode. Come i percorsi da Trekking, i ristoranti tipici e le immancabili meravigliose spiagge bianche di un candore che, in Italia, si trovano solo a queste latitudini.

Continua a leggere con: Le 5 CITTÀ più STRANIANTI d’Italia: la classifica definitiva 

CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).