A chi la nomina viene sempre da sorridere. Questo per la cattiva fama di un tempo. Più che di fama, dovremmo parlare di fumo. Perchè di questo si tratta. Ripercorriamo la storia della piazza più fumosa di Milano.
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I segreti della piazza più fumosa di Milano
Negli anni Novanta ero solito frequentare questa zona. Non per fare acquisti loschi, ma perché non molto distante si trovava una delle sale prove più importanti del milanese: il Malibù Studio. Attraversando i vialetti capitava di vedere strani movimenti, loschi passaggi di “mani”, ma me ne sono sempre tenuto alla larga. Da allora le cose sono un po’ cambiate o forse no? Facciamo un passo dentro i segreti di Piazza Vetra.
# L’origine del nome: un fiume?
In una mappa di Milano della fine dell’Ottocento risulta una città attraversata da numerosi corsi d’acqua sia naturali che artificiali. Tra questi c’erano anche il Grande e il Piccolo Seveso e il Vetra.
Proprio il fiume risulta una delle ipotesi più probabili sull’origine del nome. C’è chi, invece, ha scoperto che in tempi antichissimi, esisteva una via delle Vetra dei Cittadini, non distante anche Contrada dei Vetraschi. Un’altra ipotesi è che il nome derivi dalla famiglia nobiliare milanese dei Vetra e, infine, esiste la possibilità che riprenda il castrum vetus: la più antica fortificazione che difendeva Milano in epoca romana. Ma facciamo un passo avanti.
# L’inizio della «fama fumosa»: per tre secoli è stato il luogo dei roghi e delle esecuzioni
Dalla fine del 1500 fino a tutto il diciannovesimo secolo questo fu il luogo dove vennero eseguite le condanne a morte. In particolar modo è dove centinaia di eretici e presunte streghe furono messe al rogo.
Anche il Manzoni parlò dei roghi della piazza quando nei Promessi Sposi parla di Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora (gli untori della peste) che vennero torturati e arsi vivi.
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# Novecento: la casa di piccoli criminali e della malavita
Tra la fine dell’Ottocento e il secolo scorso, la piazza divenne luogo frequentato da piccoli criminali e bande malavitose che passarono alla storia con il nome ligera. All’inizio del Novecento ci fu il celebre omicidio (o suicidio?) della Rosetta della Vetra, una prostituta che viene ricordata nella celebre ballata La povera Rosetta.
In seguito alla guerra, nonostante una rivalutazione urbana, con l’allargamento dell’area destinato al verde, la costruzione dell’Esattoria Civica (non più attiva), la piazza divenne luogo di spaccio. Alla fine degli anni Settanta fu anche teatro di una sparatoria tra la banda Vallanzasca, che stava facendo un sopralluogo per una futura rapina, e le forze dell’ordine: persero la vita un bandito e un brigadiere. E nei decenni successivi è diventata il tempio del fumo. E non si parla di sigarette.
# La piazza oggi
Oggi è tutto diverso. Fa sempre un po’ impressione passeggiare per questa piazza e pensare che il suo passato fosse così “fumoso”. Non è che piazza Vetra abbia chissà cosa da vedere, ma è comunque un luogo dove poter sorseggiare un calice di vino e ammirare i murales che raccontano Milano. E se qualcuno vi offre del fumo, lo si può sempre considerare come una memoria storica.
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Testo originale di MICHELE LAROTONDA aggiornato da redazione
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