Dal 1921 a New York c’è una statua di Dante, posizionata davanti a Broadway. Pochi sanno che è stata realizzata a Milano, in una celebre fonderia di Isola. Foto cover: @hhazelrahh IG
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Il Dante «milanese» che si incontra nelle strade di New York
# Nel mezzo del cammin di Broadway mi ritrovai davanti a Dante Alighieri
Nel mezzo del cammin di Broadway mi ritrovai davanti a una maestosa scultura di Dante Alighieri, una delle più imponenti che siano mai state realizzate. Da oltre un secolo si trova di fronte al Lincoln Center, uno dei centri culturali più importanti di Manhattan e di tutti gli Stati Uniti. Siamo in quelle strade che ci ha mostrato Steven Spielberg nel suo “West Side Story”, siamo dove la Broadway incrocia la 63esima strada ovest, siamo in una delle più eleganti, signorili e tranquille zone di New York. Qui al centro si trova il monumento dedicato a Dante. Ma che ci azzecca con New York il padre della lingua italiana?
# Il “papà” americano di Dante
Il merito, o la colpa secondo i punti di vista, spetta a un giornalista pisano trasferito negli Stati Uniti nel 1872. Il suo nome è Carlo Barsotti, aveva una straordinaria capacità di scrittura, ma un’ancor più straordinaria capacità di coinvolgere le persone. Così, appena giunto dall’altra parte dell’oceano, dopo alcune esperienze da dipendente, fonda un giornale tutto suo: ‘Il Progresso Italo-Americano’. L’obiettivo è di rappresentare il quotidiano d’informazione degli emigranti italiani e, ben presto, diviene il più importante e influente giornale in lingua straniera della città. Ma non si limita a informare: vuole innalzare a New York simboli della grande storia d’Italia. Così Barsotti chiama a raccolta gli italiani d’America e, grazie ai soldi devoluti al giornale, erige a New York monumenti a Cristoforo Colombo, Giovanni Da Verrazzano, Giuseppe Verdi e Dante Alighieri che diventa “la più bella statua di Dante mai realizzata”, secondo il parere di Giovanni Pascoli. Non solo: viene anche creato il “Dante Park”, un parco cittadino che è tanto piccolo quanto affascinante e che rappresenta un piccolo, prezioso e imperdibile angolo d’Italia nella città più cosmopolita del mondo. Il Dante Park sta lì a ricordare che senza il contributo del nostro Paese la cultura non sarebbe né così ricca né così straordinaria: ecco come un poeta del Trecento è arrivato dall’altra parte dell’Atlantico. Ma da dove è partito? Risposta esatta: Milano!
# La più bella statua di Dante del mondo nasce a Isola, nella Fonderia Napoleonica Eugenia
La statua di Dante è stata realizzata a Milano, nella Fonderia Napoleonica Eugenia di via Thaon de Revel 21. Tutto ha inizio con la Rivoluzione Francese e l’arrivo di Napoleone Bonaparte in Italia: tra i cambiamenti più radicali messi in atto da Napoleone ci fu l’esproprio di numerose proprietà della Chiesa. Analoga sorte toccò anche al Santuario di Santa Maria alla Fontana quello della “fontana miracolosa” di Milano: nel 1806 il Viceré d’Italia, Eugenio di Beauharnais (figlio adottivo di Napoleone Bonaparte), ordinò che alcuni dei locali conventuali a fianco del Santuario venissero destinati ad ospitare una fonderia per la realizzazione di oggettistica d’arredamento in bronzo quali statue, candelabri, orologi, appliques, maniglie, cornici. Questi sarebbero serviti per abbellire con pezzi di pregio le ville dell’alta aristocrazia lombarda come i saloni del Palazzo Reale di Milano e quelli della residenza di Monza.
Il Viceré decise di fare investimenti allo scopo di formare nuovi artigiani nella speranza che, apprendendo l’arte della fusione dei metalli e le tecniche di smaltatura, tanti giovani fossero invogliati a cimentarsi in questo settore. Proprio perché potessero insegnare questo mestiere agli artigiani più meritevoli, richiamò in Italia i tre fratelli Manfredini che, orafi ed esperti fonditori di metalli, da anni si erano fatti un nome a Parigi e che accettarono di rientrare a Milano.
# Le più belle opere realizzate nella Fonderia: c’è anche la sestiga sopra l’Arco della Pace
I Manfredini diedero alla nuova fonderia napoleonica il nome “Eugenia“, proprio in omaggio al Viceré. Cominciarono col produrre grandi e piccoli oggetti di lavorazione bronzea per arredi: alcuni presentati all’esposizione ‘degli oggetti d’arte e mestieri’ tenutasi ogni anno all’Accademia di Brera, vennero eseguiti proprio nella loro nuova fonderia. Uno di questi vinse addirittura la medaglia d’oro: era un orologio da tavolo ornato di statue e fregi in bronzo dorato rappresentante l’Aurora di Guido Reni, oggi conservato nella Biblioteca Ambrosiana.
I Manfredini non solo si limitarono alla realizzazione di piccoli oggetti, ma si cimentarono in opere molto più impegnative. Tra queste, nel 1835, curarono la fusione della sestiga collocata sull’Arco della Pace, un’opera colossale di 36 tonnellate.
Con la conclusione dell’attività, gli antichi ambienti di lavoro della fonderia hanno mantenuto intatta la struttura originaria. Oggi la Fonderia è diventata un luogo di lavoro, d’arte e di cultura e viene utilizzato come location per mostre, manifestazioni culturali e presentazioni varie. In periodo natalizio, ospita le bancherelle dei mercatini di Natale.
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MARTA BERARDI
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