Dicembre 2010. Le acque fredde del Lago di Mezzola, un piccolo specchio d’acqua collegato al più famoso Lago di Como, inghiottono un pezzo di storia della navigazione lacustre italiana. Il piroscafo Plinio III, un tempo orgoglio della flotta lariana, si inabissò silenziosamente, segnando la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova leggenda subacquea.
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Il «Titanic del Lario»
# Il Plinio III: l’epoca d’oro
Varato nel 1902, il Plinio III era il terzo piroscafo a portare questo nome illustre, in onore del naturalista romano Plinio il Vecchio. Con i suoi imponenti 53 metri di lunghezza, era il più grande e lussuoso battello del Lago di Como, capace di trasportare fino a 750 passeggeri. Il salone di prima classe, con le sue pareti in legno di rovere e le incorniciature in mogano, era un esempio di eleganza e raffinatezza dell’epoca.
Durante i suoi anni di servizio, dal 1902 al 1963, il Plinio III fu testimone di momenti storici. Nel 1927, ebbe l’onore di scortare l’imbarcazione che trasportava Re Vittorio Emanuele III durante una crociera sul lago. Negli anni d’oro del turismo lariano, accolse a bordo celebrità internazionali, tra cui il famoso attore hollywoodiano Tyrone Power.
Dopo la sua dismissione nel 1963, il destino del Plinio III prese una piega inaspettata. Messo all’asta nel 1968, iniziò un lungo periodo di utilizzi alternativi e declino. Fu impiegato come barriera frangiflutti a Colico, poi trasformato in un bar galleggiante, testimoniando la creatività nel riutilizzo di queste grandi navi storiche.
Infine, il Plinio III trovò ormeggio a Verceia, sul Lago di Mezzola, accanto al ristorante La Barcaccia. Qui, divenne una sorta di attrazione locale, utilizzato per feste ed eventi, un fantasma del suo antico splendore che continuava a catturare l’immaginazione di locali e turisti. Ma il destino per lui aveva in serbo un altro brutto scherzo. L’ultimo.
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# Una tempesta da mari del Sud si abbatte sul Lario
La notte tra l’8 e il 9 dicembre 2010, durante una violenta tempesta, il Plinio III si inabissò. Le cause esatte non sono mai state completamente chiarite, ma si ipotizza che anni di mancata manutenzione, combinati con le condizioni meteorologiche avverse, abbiano portato alla rottura degli ormeggi e al conseguente affondamento.
Oggi, il Plinio III giace a circa 45 metri di profondità nel Lago di Mezzola, a circa 200 metri dalla riva. La sua posizione relativamente accessibile lo ha reso oggetto di interesse per subacquei e appassionati di storia navale. Le acque fredde e buie del lago hanno preservato sorprendentemente bene la struttura della nave, creando un affascinante museo subacqueo.
# Il riposo sul fondale e i piani di recupero
Negli anni successivi all’affondamento, sono stati proposti vari progetti per il recupero del Plinio III. Un gruppo di studenti del Politecnico di Milano ha elaborato un piano per riportarlo in superficie utilizzando palloni gonfiabili, ma i costi proibitivi (stimati oltre un milione di euro) e la mancanza di fondi hanno impedito la realizzazione del progetto.
Il sindaco di Verceia, Alessio Della Bitta, ha confermato che al momento non ci sono piani concreti per il recupero del piroscafo. L’attenzione dell’amministrazione è invece focalizzata sulla riqualificazione dell’area dove il Plinio III era ormeggiato prima dell’affondamento, incluso il recupero del ristorante La Barcaccia, chiuso dal 2010.
Nonostante le sfide legate al suo recupero, il Plinio III continua a vivere nell’immaginario collettivo come il “Titanic del Lario”. Subacquei esperti, come Andrea Alpini, hanno esplorato il relitto, documentando il suo stato e condividendo immagini affascinanti sui social media. Queste esplorazioni hanno riacceso l’interesse per la storia del piroscafo e per il patrimonio nautico del Lago di Como.
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MICHELE LAROTONDA
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