Un piccolo scorcio della Milano medievale: una buona fetta di questa storia prende corpo poco dopo l’inizio del Basso Medioevo, ovvero poco meno di mille anni fa.
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Il Medio Evo a Milano: dove si respira l’aria di mille anni fa
# Le mura del 1156
Le origini delle mura medievali di Milano risalgono al 1156, quando la città lombarda era in guerra con Federico Barbarossa. Fu Guglielmo da Guintellino, ingegnere militare genovese al servizio dei milanesi, a progettare l’opera e a sovrintendere alla loro realizzazione. Guglielmo da Guintellino realizzò anche il fossato ampliando l’antico refossum romano, ovvero il secondo fossato delle vecchie mura romane (206 d.C.), che si dispiegava più esterno al primo lambendo i quattro castelli che difendevano l’antica Mediolanum, mentre il fossato romano più interno costeggiava le mura.
Alcuni importanti monumenti, soprattutto chiese e conventi, sorgevano all’esterno di queste mura (ad esempio la basilica di Sant’Eufemia, quella di San Babila e la chiesa di San Bernardino alle Ossa) e intorno a queste si erano sviluppati insediamenti e attività.
La nuova cerchia di mura medievali del 1156 proteggeva interamente la città e captava nel suo fossato le acque del Seveso e del Pudiga. Queste acque furono incanalate nel nuovo fossato a servizio delle mura, che erano larghe ventiquattro braccia. La terra di riporto ottenuta dallo scavo del fossato fu poi utilizzata per costruire imponenti bastioni, chiamati anche terraggi, la cui collocazione coincideva con le moderne vie della Cerchia dei Navigli stradale.
# Le nuove mura pochi anni dopo
Evoluzione poco fortunata della cinta del 1156: queste mura furono legate indissolubilmente alla figura di Federico Barbarossa, che durante l’assedio di Milano se ne impadronì e quasi rase al suolo la città disperdendo i milanesi nei borghi limitrofi e distruggendo le mura romane. Nel 1171, come conseguenza della distruzione del 1162, si iniziarono i lavori per la costruzione di un più efficace sistema difensivo, questa volta in muratura, dotato di un fossato allagato anche dalle acque dell’Olona. Col tempo la città si dotò di un vasto apparato di alleati, di castelli, roccaforti e borghi fortificati tanto che nel giro di due secoli Milano divenne uno dei più potenti e ricchi Stati italiani preunitari.
# La Cerchia dei Navigli
La nuova cinta quasi circolare diede un particolare e duraturo assetto all’impianto urbanistico, tant’è che il nuovo fossato verrà, nei secoli, approfondito sino a creare la Cerchia dei Navigli, ben visibile ancora negli anni venti del XX secolo. Il completamento delle mura richiese diversi anni e venne terminata sotto Azzone Visconti: alcune torri non furono mai finite. I fossati delle mura medioevali furono usati fino ai primi anni del Novecento come canali navigabili e rappresentarono a lungo una delle caratteristiche principali dell’urbanistica milanese. Poi, nel 1930, fu ultimata la copertura delle acque del vecchio tracciato murario medioevale.
# Le pusterle di Milano
Il quadro completo e dettagliato delle porte e delle pusterle della mura medievali di Milano (nello specifico, otto porte e undici pusterle) annovera soprattutto Porta Orientale, che si apriva all’attuale incrocio tra via Senato, via San Damiano e corso Venezia e si trovava sulla direttrice tra la romana Porta Argentea e l’odierna Porta Venezia. Poi, Pusterla Monforte, di fronte all’attuale corso Monforte, Porta Tosa, che si apriva all’inizio dell’odierno corso di Porta Vittoria, sulla direttrice tra la romana omonima (in via Larga) e l’attuale Porta Vittoria, in direzione dell’Adda e soprattutto Porta Romana. A quest’ultima, all’incrocio dell’attuale via Francesco Sforza con corso di Porta Romana, vi si accedeva dal ponte ornato dalla statua di san Giovanni Nepomuceno protettore dei naviganti. Quella romana era all’inizio del decumano in piazza Missori, dove anche oggi comincia il corso che porta in direzione della allora lontanissima Caput mundi.
# Quel che resta della Milano medievale
Ma cosa ci è rimasto, davvero, di tutto questo millenario patrimonio medievale? Ad esempio, al termine di via Manzoni si trova l’antica porta Nuova risalente al XII secolo. Era una delle porte principali della cinta, la porta è a doppio fornice con due costruzioni laterali che si protendono verso il lato che un tempo era esterno alla cinta. Sono ancora visibili le scanalature usate per la saracinesca che la chiudeva: i due passaggi pedonali laterali sono stati ricavati nel 1861.
I resti dell’antica Porta Romana sono situati nello scantinato di due palazzi all’incrocio di corso di Porta Romana e via Francesco Sforza, mentre i fregi che la decoravano si trovano nel Castello Sforzesco. La pusterla di Sant’Ambrogio, che si trova nell’omonima piazza, è una ricostruzione fatta sul diroccato impianto originario nel 1939. Piccola curiosità civica: al numero 21 di Corso di Porta Venezia è possibile trovare i resti di un bassorilievo raffigurante una lupa, un tempo appartenente alla porta Orientale e sfuggito alla sua demolizione.
Continua la lettura con: La COSTRUZIONE più ANTICA di MILANO
CARLO CHIODO
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