La storia dell’azienda di gomme più famosa al mondo è iniziata a Milano nel 1872-
La PIRELLI, prima fabbrica moderna italiana
# La fondazione
Giovan Battista Pirelli nasce a Varenna, sul lago di Como, il 27 dicembre 1848. Dopo il diploma in ingegneria all’Istituto Tecnico Superiore di Milano (futuro Politecnico) a 22 anni viaggia in Svizzera, Germania, Belgio e Francia grazie a una borsa di studio. È il 28 gennaio 1872 quando Pirelli decide di dare vita alla prima società del Paese per la produzione di articoli di gomma: con il supporto di 24 soci nasce la “G.B. Pirelli & C.”
La prima fabbrica è stata costruita in via Fabio Filzi, allora via Ponte Seveso (dove sorgerà il grattacielo Pirelli) con macchinari assolutamente innovativi per l’epoca. Ultimata la costruzione nel giugno del 1873 si da il via alla produzione di caucciù ma ben presto, constatata la grande versatilità del materiale, la produzione si allarga ad altri settori quali giocattoli, tappeti, impermeabili e persino culotte e reggiseni. In breve la fabbrica inizia a costruire anche apparecchi e macchine industriali per la navigazione a vapore e le ferrovie, quindi cinghie di trasmissione, valvole ed isolanti, mentre nel 1879 Pirelli si espande nel settore dei cavi diventando la prima azienda nell’Europa continentale in un comparto dominato dai britannici. È nel 1888 che il gruppo deposita il suo primo marchio di fabbrica, il quale presenta una stella a cinque punte iscritta in un cerchio, caratteristica che porta i consumatori del XIX secolo a identificare gli stessi come “gomme marca stella.” Ma il marchio, come sappiamo, cambierà molto negli anni a seguire.
# Lo sviluppo
In poco tempo Pirelli si espande in tutto il mondo, si assicura la fornitura di cavi-energia sulle cascate del Niagara, sul Nilo, in Spagna, in Argentina, negli Stati Uniti e in Francia. Già il primo gennaio 1883 all’apertura della stagione lirica, per la prima volta il Teatro alla Scala è illuminato elettricamente da 2.880 lampade a incandescenza alimentate da cavi Pirelli.
Fin dalla nascita concentrata sull’innovazione, la società puntò su prodotti che divennero presto simboli dello sviluppo del Paese, così dopo gli isolanti per telegrafi e i cavi iniziò la realizzazione di oggetti d’uso quotidiano – dalle cuffie ai giocattoli, fino agli impermeabili.
«La nostra industria è per sua natura progressiva». La definizione è proprio di Giovanni Battista Pirelli, datata 1880. Un’espressione che racchiude il senso e l’orizzonte del progetto nato da pochi anni dove per “progressiva” si intendeva avveniristica e cioè impegnata a interpretare, realizzare e rilanciare il progresso – industriale, tecnologico, produttivo e conseguentemente anche economico/sociale. Ma è con l’inizio degli anni novanta del XIX secolo che l’azienda crea il fiore all’occhiello dei suoi prodotti che la renderà famosa in tutto il mondo: gli pneumatici. Grazie all’invenzione dello pneumatico per bicicletta la Pirelli seppe cogliere l’occasione e in collaborazione con la Bianchi sfruttò immediatamente quest’opportunità brevettando lo pneumatico tipo “Flexus” poi, due anni dopo, porrà in vendita i suoi primi pneumatici per veicoli a motore, prima per motociclette e poi nel 1901 anche per automobili.
Per l’epoca fu un successo clamoroso, la richiesta del mercato aumentava a vista d’occhio così da costringere il gruppo a costruire un nuovo e gigantesco stabilimento in zona nord-est di Milano, i cui antichi padiglioni sono stati oggi reinterpretati con la celebre Fondazione Pirelli Hangar Bicocca. Presto anche il settore dello sport vedrà la Pirelli protagonista, ad esempio nel raid Pechino – Parigi del 1907, mentre negli anni venti inizia la sua presenza nelle gare automobilistiche, che continua ancora oggi.
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# Il presente
L’espansione internazionale non poteva tardare, così con il passare dei decenni ecco che fabbriche della Pirelli sorgono in Spagna, Argentina, Inghilterra. La sperimentazione e le nuove tecnologie portano il gruppo a ottenere vari risultati soprattutto nei primi anni cinquanta con la produzione del radiale cinturato e negli anni ottanta con lo pneumatico ribassato, il famoso “P7”. Più di recente, con gli inizi degli anni novanta la Pirelli attraversa una serie di accordi e acquisizioni sino a giungere all’anno 2017, quando il gruppo si è trasforma in una “pure Consumer tyre Company” nelle due aree di attività “Consumer e Industrial”, mentre la tecnologia permette la produzione di pneumatici ad alta prestazione e l’entrata in funzione della sala “mescole” automatizzata.
Non dimentichiamo poi la più che riuscita l’intrusione del gruppo nelle arti visive, con il calendario fotografico Pirelli che nel 2024 compirà mezzo secolo di età. Oggi il gruppo possiede ventiquattro fabbriche in dodici paesi ed è presente in più di centosessanta paesi, dando lavoro a più di trentamila persone. E pensare che tutto è iniziato da un sognatore di nome Giovanni Battista Pirelli, ingegnere di 24 anni, figlio di un panettiere e ottavo di dieci figli.
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CARLO CHIODO
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