Milano è una città che divide: c’è chi la ama e chi la odia. E poi c’è fenomeno curioso: cose che, sulla carta, sembrano brutte, ma che i milanesi apprezzano e difendono con orgoglio. Abbiamo condotto un sondaggio tra i milanesi per scoprire quali sono. Queste le 7 fantastiche brutture più menzionate.
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Le 7 «cose brutte» di Milano che i milanesi amano di più. L’ultima, in realtà, è bellissima…
#1 La Torre Velasca
È uno degli edifici più divisivi di Milano. Simbolo dell’architettura brutalista, Torre Velasca ha fatto discutere per decenni: c’è chi la trova sgraziata, chi la definisce un pugno nell’occhio, ma, alla fine, molti milanesi riconoscono che senza di lei lo skyline della città ne perderebbe. Con il suo aspetto da “fungo gigante” o “castello medievale in cemento”, questa torre ha conquistato il cuore dei milanesi.
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#2 La nebbia
Un tempo onnipresente nei mesi invernali, oggi la nebbia è un fenomeno sempre più raro, ma per i milanesi resta un’icona. C’è chi la detesta per la scarsa visibilità su strada e l’umidità che penetra nelle ossa, ma molti la ricordano con nostalgia.
La nebbia avvolge Milano in un’aura quasi poetica, rende magici i lampioni della città e regala un fascino noir che riporta alla memoria i film d’epoca. Nonostante le difficoltà che crea, il suo ritorno viene sempre accolto con un sorriso e, per molti, senza di lei Milano perde un po’ della sua anima.
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#3 Il traffico
Caotico, stressante e spesso paralizzante, il traffico di Milano è uno dei suoi problemi cronici. Eppure, per molti milanesi, rappresenta una sorta di rito quotidiano. Il traffico è il termometro della vitalità della città: se non ci fosse, Milano non sarebbe la stessa.
C’è chi ha sviluppato una sorta di abilissimo istinto per dribblare gli ingorghi, trasformando il traffico in una sfida da vincere ogni giorno. D’altronde, il milanese doc sa che tra ZTL, semafori infiniti e ciclisti spericolati, muoversi in città è una piccola impresa che solo chi ha esperienza riesce a padroneggiare.
#4 L’odore di Milano
Si, questa è strana. Milano non è Parigi, con il suoi profumo di boulangerie, ma anche lei, ci hanno detto alcuni milanesi, ha un suo “odore” inconfondibile. C’è chi parla della scia dei gas di scarico, chi dell’aria pesante nei sottopassi, ma per molti milanesi quell’odore è un marchio di casa.
In particolare, ci hanno detto, uno dei momenti più iconici è quando, a Linate, si scende dall’aereo e, riconoscendo all’istante il mix di umidità e smog, si dice, senza dubbio: “Ecco, sono tornato a Milano”.
#5 Le case di ringhiera
Appartamenti piccoli, bagni in comune nei cortili e spazi ridotti al minimo. Le case di ringhiera, una volta simbolo della povertà milanese, oggi sono diventate un pezzo di storia irrinunciabile.
Molti ci sono cresciuti e ne ricordano con affetto la vita comunitaria, fatta di pettegolezzi tra vicini, bambini che giocavano nei cortili e panni stesi come in un film di altri tempi. Oggi diverse di queste case sono state ristrutturate e trasformate in abitazioni di tendenza, mantenendo però il loro fascino ruvido. Chi vive in una casa di ringhiera sa che il vero spirito di Milano si trova proprio lì, nei ballatoi condivisi e nelle chiacchiere tra piani.
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#6 Il Passante ferroviario
Sotterraneo, a tratti angusto e spesso teatro di ritardi e scippi, il Passante ferroviario non gode certo di fama positiva. Eppure, per chi lo usa ogni giorno, è diventato un punto di riferimento imprescindibile. Collega in modo capillare il centro con la periferia, permette di attraversare la città senza prendere la macchina e, nonostante le sue criticità, fa sentire Milano una metropoli ancora più grande.
Come nel caso del traffico, chi usa regolarmente il passante ha imparato a conoscerne i segreti: quali sono le carrozze più vuote, i treni più puntuali e persino i punti migliori per aspettarlo senza prendere vento.
#7 La Stazione Centrale
Ma cosa avrà mai di brutto la Stazione Centrale? Monumentale, imponente e, per alcuni, persino inquietante, la Stazione Centrale è spesso criticata per la sua “aria cupa” e il traffico incessante di viaggiatori e pendolari. Ma, in fondo, tutti la considerano un’opera d’arte dell’architettura ferroviaria.
Il suo stile grandioso, tra il littorio e il liberty, è unico nel suo genere. Ogni giorno migliaia di persone passano sotto le sue volte, tra binari affollati e ritardi, ma la Stazione rappresenta, per milioni di persone, il punto di partenza e di arrivo di Milano. E per chi torna dopo un viaggio, la prima visione della Centrale significa solo una cosa: casa.
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MATTEO RESPINTI
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