Le 7 costruzioni più assurde di Milano

La casa a fungo, la chiesa più corta di Milano, la palafitta eco-gotica: sette costruzioni insolite che rendono Milano ancora più straordinaria

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Sauna d’artista di Duilio Forte

I quartieri di Milano possiedono svariati tipi di abitazioni: popolari, residenziali, di design. Ce ne sono però alcune che escono dagli schemi per la loro peculiarità.

Le 7 costruzioni più assurde di Milano

#1 Le case a igloo e a fungo

Case Maggiolina
Case a igloo

In via Lepanto, nel quartiere della Maggiolina, si nasconde uno degli esperimenti residenziali italiani più curiosi: le case a igloo e a fungo ideate dall’architetto Mario Cavallè.

Quelle a fungo purtroppo non sono più visibili, infatti sono state demolite nel 1968. Chi avesse però curiosità di sapere come potessero essere può visitarne le copie presenti a Novate Milanese.

Le case ad igloo, di cui ne sono ancora esistenti due sulle otto originarie , furono costruite nel 1946 come esperimento di architettura popolare. L’architetto Cavallè si rifece ad un modello di case circolari largamente usato all’epoca negli Stati Uniti. Il progetto era avveniristico, perché la struttura circolare permetteva libera disposizione degli interni, ma rispondeva anche alle esigenze delle famiglie sfollate del secondo dopo guerra.

#2 Casa a palafitta

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Rimanendo sempre nel quartiere della Maggiolina, in via Perrone di San Martino, si trova la villa dell’architetto Luigi Figini, costruita tra il 1934 e il 1935. La particolarità è data dal fatto che la villa è appoggiata su 12 pilastri di cemento armato alti 4,34 metri. Senz’altro Figini era stato molto influenzato dai modelli del famoso Le Corbusier e ha progettato la villa dividendola con ottica moderna in una zona giorno e una zona notte. Attorno alla villa si sviluppa un rigoglioso giardino che in parte la copre. Luigi Figini visse in questa villa fino al giorno della sua morte nel 1984.

#3 Villaggio operaio di via Lincoln

Nel decennio 1880-1890 la Società Edificatrice Abitazioni Operaie (SEAO) decise di costruire un quartiere per i ferrovieri della zona di Porta Vittoria. Scelse l’area dismessa in seguito all’abbattimento della stazione di porta Tosa che non serviva più dopo la costruzione della stazione Centrale. Il progetto aveva gli stessi obiettivi del villaggio operaio realizzato a Crespi D’Adda da Cristoforo Crespi per i lavoratori del suo cotonificio.
Il progetto del quartiere però non fu mai completato a causa dell’arrivo delle due guerre mondiali e della conseguente difficoltà a trovare i fondi.
Ogni casa possiede un giardino privato che originariamente era stato pensato come orto e quindi fonte di sostentamento.
I proprietari delle case, nel tempo, le hanno abbellite colorando le facciate dal rosa all’azzurro e con verde, giallo e viola ottenendo così un effetto cromatico spettacolare.

#4 Via Porlezza

Via Porlezza è una piccola via situata vicino a via Dante. È tanto piccola quanto incredibile: ha infatti tre caratteristiche che la rendono unica nel suo genere. Innanzitutto possiede la chiesa più corta di Milano. Essa non è che la parte rimanente di una antica chiesa benedettina. Il locale di 72 mq è ora posseduto dalla chiesa ortodossa russa che utilizza anche un piccolo anfiteatro in abbandono, posizionato in fronte alla chiesa e che costituisce la seconda peculiarità della via. Ultima chicca di via Porlezza è una casa tagliata a metà in orizzontale. Originariamente era un edificio distrutto da una bomba durante il secondo conflitto bellico. Di essa rimane il numero civico, l’ingresso principale e un cancello. Ora è un parcheggio privato.

Leggi anche: Le tre STRANEZZE di via Porlezza, la strada più bizzarra di Milano

#5 Atelier Forte

Stoccolma, Milano

 

Qualche anno fa il designer svedese-milanese Duilio Forte ha acquistato una ex fabbrica tessile di cinquemila metri quadrati situata in via Corelli 38 per trasformarla nella sua abitazione-studio. L’artista ha voluto sperimentare delle idee innovative dal punto di vista architettonico creando un paesaggio ecogotico in città. Se osservassimo dall’esterno tale costruzione, potremmo vedere una palafitta con le sembianze di un gigantesco cavallo che si innalza in mezzo alla natura e a costruzioni goticheggianti. Forte stesso spiega la sua decisione: “[…] amo le botole, le scorciatoie, il senso di smarrimento. Chi viene nella mia abitazione assiste a un disorientamento che sfocia nel turbamento alla vista del cavallo […] dalle lunghe gambe esposto nel giardino, molto simile a una palafitta alta dieci metri.”

#6 La casa 770

Camminando per via Poerio, arrivati al numero 35, ci si imbatte in una curiosa abitazione. Per un attimo ci si dimentica di essere a Milano. Tale edificio non è che uno dei tredici esemplari di riproduzione della casa 770 dell’ Eastern Parkway di Brooklyn. Negli anni 40 del XX secolo, alcuni ebrei ortodossi comprarono tale edificio per fornire alloggio al rabbino Yoseph Yitzchok Schneerson in fuga dalle persecuzioni naziste. Alla sua morte divenne dimora del rabbino Menachem Mendel Schneerson che ne fece luogo di pellegrinaggio e di culto, tanto che tale casa fu replicata in diversi luoghi al mondo.

#7 il Villaggio finlandese

quartiere scandinavo
Credits: milanotoday.it

Nel secondo dopoguerra la ditta svedese Saffa donò del legno al Comune di Milano e quest’ultimo decise di usarlo per costruire delle abitazioni nella zona dell’attuale via Primaticcio/ via Cascina Corba. Il comune si ispirò ai villaggi scandinavi nella costruzione infatti la nuova area fu battezzata Villaggio Finlandese e fu realizzata tra il 1947 e il 1953. Tali casette erano state studiate come un rimedio di emergenza per gli sfollati dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. A dispetto di ciò tali edifici furono però occupati quasi interamente da immigrati veneti e meridionali. Ancora oggi la zona è composta da lotti piccoli e contigui, con case unifamiliari di un piano unico e con un giardino privato.

Continua la lettura con: Assurdità dei mezzi pubblici di Milano

GIULIA PICCININI

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Giulia Piccinini
Ho 38 anni, due figli, sono nata e cresciuta a Milano. Laureata in filosofia, insegnante. Da sempre curiosa di Milano, delle sue storie e delle sue curiosità. Amo girare la mia città continuando a scoprire le sue meraviglie.