Anche se c’è chi lo vuole nascondere, Milano è rimasta austriaca per molte cose. Ma non per questa.
L’unica strada di Milano con il nome di un austriaco. Ed è tra le più belle
# Milano è rimasta austriaca?
Tra Milano e l’ultima dominazione straniera rimane un legame indissolubile. Gli esempi sono numerosi. In primis nel dialetto: tra le parole di derivazione austriaca troviamo baüscia, ghεll da “geld” soldi e skosu da “Schoss” grembo. Anche uno dei simboli di Milano, la michetta, deriva dal Keisersemmel, un pane a forma di rosa portato in Lombardia da funzionari asburgici. Sui palazzi più antichi di Milano si vedono ancora i numeri civici teresiani. Fu il marchese Ferdinando Cusani, giudice delle strade, su incarico del ministro austriaco Wilczeck per volontà dell’imperatore d’Austria Giuseppe II, a far appendere nel 1786 sulle strade di Milano il nome della rispettiva via. A ogni casa venne assegnato un numero nominato “teresiano”, perché utilizzato sotto Maria Teresa d’Austria. E ancora risalgono all’epoca degli Asburgo il Teatro alla Scala, l‘Accademia di Brera e la Biblioteca Nazionale Braidense, costruiti per ordine dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Senza contare la sobrietà tipica di Milano, più simile al mondo a nord delle Alpi che a quello mediterraneo. Ma c’è qualcosa che invece è stato nascosto.
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# I nomi delle strade
Mossa tipica per cancellare il passato: la toponomastica. Spesso chi arriva cerca di cancellare i segni di chi c’era prima. Così è successo anche nell’Italia risorgimentale: con l’unificazione del Paese, si è cercato di nascondere le tracce degli Austriaci nei territori a loro strappati dal neonato Regno d’Italia. Così strade e piazze di Milano furono rinominate. E sono scomparsi nomi austriaci. Tranne uno.
# Il genio “innamorato di Milano”
Resiste una strada con un nome austriaco. Si tratta di via Mozart, nel cuore del Quadrilatero del Silenzio. La strada che ospita Villa Necchi Campiglio oltre ad alcuni dei più bei palazzi di Milano. Si tratta di un genio che la strumentalizzazione politica si è guardata bene dal cancellare. Ma c’è anche un’altra motivazione: il compositore austriaco si era innamorato di Milano a tal punto di voler venire a vivere qui.
Mozart arrivò per la prima volta che era un ragazzino di 14 anni. Era il 23 gennaio 1770, in una turné che lo portò ad esibirsi in diverse città italiane. Malgrado la giovane età era già famoso e venne ospitato sotto la protezione del governatore della Lombardia.
Mozart ritornò più volte a Milano nel corso della sua breve vita. Qui compose l’opera Mitridate re del Ponto che venne messa in scena per la prima volta al Teatro Ducale il 26 dicembre 1770.
Il genio di Salisburgo ritornò ancora a Milano il 24 agosto del 1771: lamentandosi per il gran caldo. Mozart si trattenne a Milano fino alla fine dell’anno dove compose diverse sue opere, sperando di trovare impiego permanente in città al soldo dell’arciduca Ferdinando, ma il suo desiderio si infranse contro la volontà di Maria Teresa d’Austria che riteneva Mozart non all’altezza di quel ruolo.
L’ultima permanenza di Mozart a Milano fu nel novembre del 1772 e in quel periodo Mozart scrisse alla sorella “Qui a Milano ho imparato un nuovo gioco che si chiama Mercante in Fiera; appena torno a casa ci giochiamo”. I Mozart tornarono in Austria nel 1773 e Amadeus non vide mai più la nostra città.
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ANDREA ZOPPOLATO
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Scusa mia Via Privata Maria Teresa? L’imperatrice?
Già. Ma potrebbe essere intitolata alla principessa Maria Teresa di Savoia. Potrei sbagliarmi
Bell’articolo.
Ma nel pezzo, turné invece di tournee è veramente osceno!
A meno che non sia voluto, per sapere se qualcuno lo legge con attenzione… 🙂
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