I nuovi quartieri di MIlano amano la lettera enne. Dopo NoLo, NaPa e Nom è il turno di Noce. Stiamo parlando di tutta la zona compresa tra il cimitero Monumentale e il ponte della Ghisolfa, la sigla sta per Nord Cenisio ed è stata coniata da Alessandra del Monte del Corriere. Vediamo cosa si può trovare all’interno dei suoi “confini”.
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Le attrazioni della NoCe, l’ultimo quartiere di Milano
# L’arte contemporanea alla Galleria Cortina
La Galleria Cortina in via Mac Mahon 14 dal 1987, prima si trovava in piazza Cavour. Fu fondata da Renzo Cortina nel 1962 e seguiva l’omonima libreria aperta nel 1960, poi diventata casa editrice. Nata come punto di incontro di intellettuali, letterati ed artisti oggi con l’Associazione Culturale Renzo Cortina, fondata dal figlio Stefano alla morte del padre, la galleria è un luogo dove viene dato spazio all’arte contemporanea con mostre di artisti noti ed emergenti.
# Le architetture religiose: la copia di Lourdes
Tra le architetture religiose degne di nota di NoCe c’è la chiesa di Santo Spirito alla Ghisolfa o Santo Spirito alla Colombara, costruita nel XVI secolo e incastonata tra gli edifici, e la chiesa di Santa Maria di Lourdes progettata dall’architetto Camparini dove è stata riprodotta una grotta simile a quella di Lourdes.
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# I locali storici e le new entry
Tra i primi troviamo l’Osteria Caneva specializzata nei piatti della tradizione sarda e aperta dal 1992 nell’omonima piazza, in via Principe Eugenio 28 c’è Clarissa de La Rava e la Fava famosa per la cucina del Nord Italia con brasati, i risotti, i bolliti e la cotoletta oppure Bar Nova Cucina Casalinga con proposte culinarie simili e infine Pane&Cioccolata dove si può assaggiare uno dei tipi dolce lombardi, il pan de mei a base di farina di mais.
Tra i secondi troviamo Lom, Locanda Officina Monumentale, con ottimi drink e ideale per un aperitivo o un dopocena, l’enoteca Pigro in via Govone 38, La Medina con una sala da tè e pasticceria marocchina che serve il tè alla menta proprio come in Marocco e la gelateria Terra che organizza anche degli «aperigelato» con gusti gastronomici ad esempio al tartufo o al salmone.
# Villa Simonetta, la villa della lussuria e dell’orrore
Tra gli edifici più interessanti c’è Villa Simonetta, voluta da un ufficiale di Lodovico il Moro, Bascapè, passata poi alla famiglia Simonetta nel 1555. Secondo una leggenda, tra le sue stanze aleggia il fantasma delle figlia Clelia Simonetta, che dopo essere diventata vedova iniziò una vita dissoluta con numerosi amanti e trasformò la villa in un centro di frequentazione per la nobiltà con feste e balli in maschera. A seguito di queste feste undici uomini scomparvero nel nulla, tra le ipotesi quella che furono uccisi dalla stessa Clelia.
Oggi la villa è sede della Scuola di Musica Abbado e offre un gioco di echi molto suggestivo, pare infatti che una parola pronunciata si ripeta cinquanta volte.
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# La Centrale dell’Acqua, il primo museo industriale sull’acqua pubblica
In piazza Diocleziano, aperto da qualche anno, c’è il primo museo industriale sull’acqua pubblica: la Centrale dell’Acqua. All’interno edificio del 1906 completamente restaurato si può scoprire come funziona un sistema di pompaggio urbano e, allo stesso tempo, sensibilizza sulla gestione di questa risorsa.
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FABIO MARCOMIN
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