Milano è unica. Anche per questo riteniamo che debba essere una città stato, una città libera di potersi gestire con più autonomia per andare incontro alle sue esigenze uniche. Dopo aver chiesto a chi viene da fuori di individuare ciò che Milano ha di unico rispetto al resto d’Italia, abbiamo effettuato un analogo sondaggio ma tra i milanesi. Questa la top 10 delle risposte.
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Non esiste in Italia, esiste solo a Milano
#10 I Navigli
Milano non ha il fiume? Crea la rete dei navigli. Non ha il mare? Costruisce l’Idroscalo. Non ha i monti? Realizza il Monte Stella.
#9 Il Fuorisalone/Design Week
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Il festival diffuso di design più grandioso e famoso del mondo.
#8 Il Quadrilatero della Moda
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Ci sono altre capitali della moda, ci sono altre fashion week nel mondo. Ma solo a Milano il meglio della moda mondiale è concentrato in pochi metri quadrati. Con la regina indiscussa: Via Montenapoleone, una delle strade più care del mondo.
#7 La metropolitana dal centro all’aeroporto in pochi minuti
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C’è chi aggiunge anche 5 linee della metro. Un unicum in Italia ma non a livello mondiale. Invece lo è la linea diretta centro-aeroporto in pochi minuti.
#6 Il Cenacolo
«Qualcuno di voi mi tradirà!». E scoppia il finimondo. Il dipinto su parete più famoso del pianeta, che sembra la scena di un film.
#5 I tram storici
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La città in cui sono in funzione i tram più antichi del mondo: addirittura su 5 linee.
#4 I milanesi
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Di nascita o acquisiti. Una comunità fantastica dove se hai un buon progetto trovi sempre qualcuno che ti aiuta a realizzarlo.
#3 Il Duomo/la Madonnina
I due simboli di Milano. Li mettiamo appaiati perché stanno bene insieme.
#2 La milanesità
«L’attitudine innata o acquisita di distinguere l’utile dall’inutile. Essere ambrosiano è quasi una filosofia che si identifica nel culto dell’efficienza e del decoro» (Alessandro Manzoni)
#1 La fretta
«Ho vissuto in diverse città non solo in Italia, nel mondo ma solo a Milano esiste la fretta, si vive correndo, si deve fare in fretta; un esempio: a Milano corriamo per prendere la metro, anche se sappiamo che la successiva arriverà entro 3 minuti, un altro esempio: il milanese odia fare la coda, aspettare il proprio turno dovunque, in posta, in farmacia, piuttosto prova a cambiare, non si sa mai che altrove ci sia meno coda…Anche al ristorante, il milanese ha fretta, cerca il cameriere appena si siede… non ho mai visto nessuno correre per prendere la metro a Roma, mai a Londra o a Parigi… questa smania di correre, di fare tutto in fretta a Milano si vede ovunque… perché questa fretta… perché non riusciamo a fare tutto con più calma?» (Monica Vilani) «Il milanese va di fretta anche se è fuori città, è nel suo DNA» (Patrizia Tesca) «La fretta, anche quando non ce n’è bisogno» (Domenico Marinaro)
# Le altre cose uniche più segnalate
- La Circonvalla
- Le università (Bocconi, Politecnico etc…)
- Il Castello in pieno centro (e gratuito)
- Lo stile
- Il dialetto
- I draghi verdi
- La Scala
- Milan-Inter/ Le due squadre che hanno vinto la Champions
- Le rotonde con i semafori
- Tutto in sharing
- Lo skyline/i grattacieli
- Modelle/i
Continua la lettura con: Non esiste in Italia, esiste SOLO a Milano: le risposte di chi arriva da fuori
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Io credo che i milanesi, pur non avendo montagne in città, avrebbero più che volentieri evitato di costruirsi il Monte Stella, visto che è fatto con le macerie dei bombardamenti nella seconda guerra mondiale raccolti in città.
Mia madre, che li ha vissuti quei bombardamenti, non vuole nemmeno avvicinarsi al monte Stella quando la porto a Milano
Sotto Monte Stella ci sono anche le macerie della casa dei miei zii che abitavano in via Cerva.
Le zie si salvarono perché sfollate, gli zii perché al lavoro.
Comunque vi sono anche le collinette del parco Lambro, una volta coi laghetti, e la collina dei Ciliegi tanto bella quanto deturpata dai soliti scemi. Anche al parco di Porto di mare c’è un’ altura formata dei riporti degli scavi per allestire la darsena. Ad essere pignoli anche al parco Sempione e ai Giardini pubbllici ci sono rilievi che però è complicato raccontare.
Vede gentile Sig. Silvani, questo è un articolo dove si può parlare del Monte Stella, ma nel modo giusto: il suo, oppure che non manca una montagna a Milano. Ma non è li, costruita, per non far mancare una montagna a Milano.
E’ simbolo di una tragedia, che lei ha molto titolo per parlarne. E’ un posto che richiede un rispetto particolare, anche se non colgo la stessa puntualità al ricordo che ha, giustamente, il binario 21.
Non merita quel commento superficiale in cima all’articolo.
Grazie per il suo appunto, Signor Bressanin. Anche se non persero la vita, gli zii (due fratelli sposati con due sorelle!) furono rovinati per un bel po’, ma vissero la vicenda con dignità tutta ambrosiana. Le case da sfollati divennero la loro abitazione fin quando il comune non assegnò ad uno zio una portineria in via Passione (in realtà alla zia perché lui lavorava in una libreria) mentre all’altro, che insegnava a Brera, fu offerta un’abitazione ad affitto bloccato sempre in via Passione 4.
Non parlavano volentieri della guerra e certamente l’ultimo loro pensiero era per la “montagneta de ruff” trasformata in collina per dotare Milano di qualcosa che non aveva.
Concediamo però alle giovani generazioni un certo entusiasmo per i record della nostra città, purché però ne conoscano la storia, a cominciare da quella dei suoi abitanti. Un caro saluto anche a Sua madre.