Perché la M1 termina con una piccola città pugliese?

Scopriamo insieme questa storia curiosa

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Il capolinea della linea M1 dal 1992 è molto più di un semplice punto di arrivo: è il simbolo di un incontro tra Milano e la Puglia, un omaggio a una storia di riscatto e integrazione. Scopriamo insieme questa storia curiosa. 

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Perché la M1 termina con una piccola città pugliese?

# La fermata Bisceglie: punto di arrivo e simbolo di una storia

 

Credits: Wikipedia – Michele M. F.

Gennaio 1990. Con l’approvazione del Piano dei Trasporti urbani, viene deciso il prolungamento della linea M1 da Inganni a Bisceglie, senza stazioni intermedie. Il nuovo capolinea viene inaugurato il 21 marzo 1992 e prende il nome dal quartiere nella zona sud-ovest della città. Il prolungamento, che ha aggiunto solo 700 metri alla linea rossa, sembra di per sé un intervento minimo, ma ha un valore simbolico che va ben oltre la sua funzione di trasporto pubblico. Bisceglie è infatti il capolinea di una storia di migrazione che ha caratterizzato la città di Milano dal secondo dopoguerra. 

# Il Sogno Milanese di Dino Abbascià: da Bisceglie a Milano

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Tutto ha inizio con Dino Abbascià, nato Berardo Abbascià nel 1942 a Bisceglie. Arrivato a Milano nel 1955, all’età di soli 13 anni, Dino è uno dei tanti meridionali che, negli anni ’50 e ’60, scelgono Milano come meta di speranza per costruirsi una vita migliore. Parte in treno per raggiungere il fratello maggiore Donato, che già lavora a Milano come elettrauto.

La carriera di Dino inizia in modo umile: garzone in un negozio di frutta a Lambrate, dove dorme nello sgabuzzino e fa consegne in bicicletta. Ma la sua determinazione e intraprendenza lo portano ben presto a emergere. Con i fratelli, inizia a lavorare come fruttivendolo, prendendo in affitto due licenze, e con il tempo crea un impero nel settore ortofrutticolo milanese. Non solo diviene uno dei leader di settore, ma anche una figura di riferimento per il commercio e l’imprenditoria a Milano, arrivando a essere una delle voci più influenti di Confcommercio.

Ma la sua figura non si limita a quella di un imprenditore di successo. Dino Abbascià, infatti, è stato anche presidente dell’associazione dei pugliesi a Milano, diventando un simbolo di integrazione e di successo per la comunità meridionale che, come lui, aveva intrapreso il lungo cammino verso Milano.

# L’Intitolazione della fermata: un omaggio alla comunità meridionale

Credits: Comune di Bisceglie

Il legame tra Milano e Bisceglie viene sancito dall’intitolazione della fermata della metropolitana, un gesto che ha rappresentato un tributo a una città pugliese ma, al contempo, a tutta una comunità che ha avuto un ruolo fondamentale nella crescita della capitale economica d’Italia. 

Questa intitolazione, che risale a circa venti anni fa, non è solo un omaggio alla città di Bisceglie, ma anche un riconoscimento per tutte quelle persone, come Dino Abbascià, che hanno lasciato la propria terra per intraprendere un cammino di successo nella Milano del benessere. La stazione è diventata, così, simbolo di riscatto, di speranza e di un nuovo inizio per chi, come tanti meridionali, ha trovato a Milano un’opportunità di rinascita.

Con la morte di Dino Abbascià nel 2015, la fermata Bisceglie ha acquisito un ulteriore valore simbolico, diventando un memoriale per un uomo che ha incarnato i valori della migrazione e dell’integrazione. La sua figura è oggi indissolubilmente legata alla fermata, che continua a raccontare, forse troppo un po’ troppo silenziosamente, la storia di chi ha costruito Milano con il lavoro e il sacrificio, e che oggi trova in quel punto simbolico un riconoscimento tangibile.

Spunto: @chilometro.puglia

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MATTEO RESPINTI

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Matteo Respinti
Nato a Milano, l'11 settembre 2002, studio filosofia all'Università Statale di Milano. Appassionato, tra le tante cose, di cultura e filosofia politica, mi impegno, su ogni fronte alla mia portata, per fornire il mio contributo allo sviluppo della mia città, della mia regione e del mio Paese. Amo la mia città, Milano, per il racconto di ciò che è stata e per ciò che sono sicuro possa tornare a essere.

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