Quando a Milano si mangiava nudi al ristorante

Il primo ristorante italiano per nudisti. Lo vogliamo ricordare così

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Probabilmente solo il pubblico femminile potrà capire quello che sto per scrivere.
Sono le 18, fra due ore ho un appuntamento, ho già deciso cosa mettermi da almeno tre giorni, l’outfit prescelto è li, sulla sedia che mi guarda.
Con due ore d’anticipo lo provo e….non mi piace.
Lo so lo so, può sembrare banale, la ragazza con milioni di vestiti che non ha niente da mettersi eppure questo rimane un grande problema.
Un vestito lungo? Troppo elegante. Magari dei jeans e una camicetta? Non sto andando all’università. Una gonna e una maglia? Non si abbinano i colori.

Sto quasi per impazzire quando poi mi ricordo….non servono vestiti al ristorante dove andiamo.

Poteva capitare questo nella Milano di qualche tempo fa. 

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Quando a Milano si mangiava nudi al ristorante

# Il primo ristorante italiano per nudisti

lastampa.it

Si chiamava “L’italo Americano”, è stato il primo ristorante italiano per nudisti. Lo vogliamo ricordare così. 

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Quella dei ristoranti nudisti è una moda che aveva già una sua storia del mondo, da New York a Parigi, quando è approdata in Italia.

Dopo aver ricevuto il via dell’Associazione naturista italiana che ha assicurato la totale legalità della cosa, lo chef Romeo decise quindi di dare il suo contributo alla storia dei ristoranti senza indumenti.

L’italo Americano si trovava a Cerro Maggiore, in via San Clemente 151, e questo piccolo ristorantino aveva una caratteristica che lo rendeva unico: ogni venerdì sera si poteva cenare completamente nudi.

Il piatto di casa per la sera speciale? L’hamburger. Presentava anche un menù fisso con variazioni anche per vegetariani e persino musica live dopo cena. Avete capito bene, tutti nudi in pista!

Questa idea può sembrare strana, in Italia non si era mai visto nulla del genere ma bisogna ricordarsi che il nudismo non ha niente a che vedere col sesso, proprio per questo durante tutto il venerdì sera c’era una guardia presente che controllava che non ci fossero persone che violassero la privacy degli altri o che fossero indiscrete.

L’obiettivo era solo godersi la serata in totale libertà.

# Le regole del venerdì sera

Credit: dissapore.com

Le regole erano semplici: una volta entrati nel ristorante si andava in uno spogliatoio dove ci si spogliava completamente e si ritornava in sala con un telo igienico per coprirsi le parti intime durante la cena e una pochette con gli effetti personali.

Durante tutta la sera era vietato l’uso dei telefonini. Che fosse per vietare la possibilità di fare foto alle altre persone nude nel ristorante o un modo per godersi questa serata speciale senza distrazioni, era bello cenare con qualcuno che non controlla le notifiche del telefono ogni tre secondi, e poi dovrebbe avere altro da guardare no?

# Un appuntamento diverso

Credit: milano.corrierie.it

Ovviamente questo cambiava le carte in tavola di qualsiasi appuntamento: non c’era quel momento del “che bel vestito, dove lo hai preso?” e tantomeno il rischio della macchia di sugo sulla camicetta di seta ma soprattutto, per una volta, non si doveva passare ore e ore davanti allo specchio provando tutti i vestiti che si hanno nell’armadio.

Il ristorante ha avuto molto successo, non solo per persone che credono e “praticano” nudismo spesso, ma anche per tutti quelli che volevano provare qualcosa di nuovo per una sera.

L’italo Americano ha chiuso per sempre, colpito da lockdown e dalla gestione pandemica che hanno portato ben altra atmosfera in città. Si tratta di un capitolo chiuso per sempre oppure nascerà un nuovo ristorante a Milano dove mangiare nudi?

Voi ci andreste? Io ho già deciso cosa mettermi.

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ARIANNA BOTTINI

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Arianna Bottini
Classe 1998, mi sto laureando in Scienze psicosociali della comunicazione. Sono alla ricerca del mio posto nel mondo; nel frattempo viaggio, leggo, cucino e compro piante.