Sant’Ambrogio a Milano: 9 luoghi che lo resero protagonista della storia della città

9 luoghi per rivivere la storia del santo patrono di Milano

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architetture
Basilica di Sant'Ambrogio, 379 - 1099

Sant’Ambrogio ha segnato per secoli la vita dei milanesi, e lo fa tutt’ora. Figura affascinante ed emblematica di quando Milano era una delle capitali dell’Impero romano, ha contribuito all’evoluzione di questa città non solo dal lato religioso ma anche da quello civile ed urbano.

Ambrogio aveva molto in comune coi milanesi di oggi: anche lui non era un “milanese doc”, essendo nato a Treviri, in Germania, ed era giunto in città per “motivi lavorativi” che lo portarono a diventare una sorta di “governatore” cittadino per conto dell’imperatore. A dire il vero, inizialmente, non voleva nemmeno diventare vescovo di Milano, era un avvocato e non un sacerdote, ma per amore di questa città e della sua popolazione scelse la vita religiosa e donó se stesso non solo a Cristo ma alla città stessa.

Oltre a riformare la chiesa milanese introducendo l’unicità del rito ambrosiano, la sua liturgia e i suoi canti, Ambrogio fu artefice di alcune tradizioni cittadine, come ad esempio il carnevale ambrosiano, e responsabile del volto urbano in parte attuale della nostra città.

Ma cos’è rimasto oggi della Mediolanum di Ambrogio? Quali sono i luoghi che lo hanno visto protagonista della storia cittadina?

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Sant’Ambrogio a Milano: 9 luoghi che lo resero protagonista della storia della città

#1 Piazza del Duomo: la protesta di Ambrogio contro Giustina

Proprio dove oggi sorge il duomo, nel IV secolo avremmo visto l’imponente complesso episcopale del vescovo Ambrogio: un insieme di edifici religiosi, tra cui due basiliche ed un battistero, il palazzo episcopale, edifici amministrativi e residenziali, giardini e locali adibiti all’ospitalità per poveri e viandanti.

Un complesso monumentale di cui oggi restano solo poche testimonianze nell’area archeologica del Duomo, sotto il quale è possibile vedere i resti della basilica di Santa Tecla e il battistero di San Giovanni alle fonti, fatto edificare da Ambrogio, dove, nella pasqua del 387, il vescovo battezzò Sant’Agostino.

Fu in questo grande complesso che Ambroes, per contrastare i voleri dell’imperatrice Giustina di donare Santa Tecla ai seguaci della fede ariana, la occupó assieme ai suoi fedeli.

#2 Palazzo Imperiale: quando era Governatore

Il complesso episcopale era secondo per dimensioni solo al Palazzo Imperiale, talmente grande da occupare l’area di un intero quartiere: si estendeva sull’attuale corso Magenta, via Santa Maria alla porta, piazza San Sepolcro e via Torino. Il palazzo comprendeva, oltre alla residenza dell’imperatore e della sua corte, giardini, terme private e l’accesso diretto al circo per assistere alla corsa delle bighe.

Ambrogio si recò spesso in questo palazzo per conferire con la corte imperiale e probabilmente ci visse durante il suo governatorato dal 370 al 374, anno in cui venne eletto vescovo.

#3 Basilica di Sant’Ambrogio: la “sua” chiesa con la sua unica immagine

architetture
Basilica di Sant’Ambrogio, 379 – 1099

Divenuto vescovo, Ambrogio fece edificare quattro basiliche fuori dalle mura cittadine a protezione di Milano e dando inizio alla prima espansione del suo assetto urbano.

L’ attuale basilica sorgeva sul luogo di sepoltura di alcuni martiri cristiani, e venne così chiamata Basilica Martyrum per ospitarvi i corpi dei SS Gervasio e Protasio.

Nel 397, alla sua morte, Ambrogio venne qui sepolto e da allora la basilica porta il suo nome. Nel sacello di San Vittore in Ciel d’oro, all’epoca staccato dalla basilica, è possibile ammirare l’unica vera immagine del vescovo Ambrogio raffigurato in abiti civili secondo la moda romana.

#4 San Nazaro in Brolo e le colonne di Ambrogio

Basilica di San Nazaro in Brolo
Basilica di San Nazaro in Brolo

Eretta fuori dalle mura, sulla strada per Roma, San Nazaro venne fondata da Ambrogio per ospitarvi le reliquie dei SS. Apostoli e quindi venne chiamata Basilica Apostolorum.

L’ imperatore Graziano, seguendo la volontà di Ambrogio, fece edificare a lato della chiesa una lunga via porticata, di cui oggi si possono notare alcune colonne superstiti dietro l’edificio. Qualche anno più tardi, nel 386, il corpo di San Nazaro venne accolto nell’edificio per volere di Ambrogio dando il nome attuale alla basilica.

#5 San Simpliciano: la terza chiesa ambrosiana sulla strada per Como

Terza chiesa ambrosiana, la Basilica Virginum venne edificata sui resti di un cimitero pagano sulla strada che collegava Milano a Como e ai passi alpini, dedicandola a Maria e alle vergini. Sarà il successore di Ambrogio, l’anziano Simpliciano a valorizzarla ulteriormente tanto da volervici essere sepolto.

#6 Parco Indro Montanelli e resti della Basilica di San Dionigi

L’ ultima delle quatto basiliche fondate da Ambrogio fuori dalle mure cittadine è la chiesa di San Dionigi, anticamente chiamata basilica dei profeti, di cui oggi rimangono solo i resti archeologici all’interno del parco Indro Montanelli.

La chiesa sorgeva nell’attuale porta Venezia e fu un edificio molto importante nella storia di Milano, soprattutto in epoca comunale. Demolita dagli austriaci nel 1787 per far posto al giardini pubblici e all’espansione dei bastioni. Oggi di questo luogo ambrosiano resta ben poco.

#7 San Vittore al Corpo: dove Ambrogio sbarrò il passo all’imperatore

San Vittore al Corpo

Qui sorgeva il mausoleo imperiale, un complesso recintato con giardini e vari edifici tra i quali spiccava la cappella imperiale vera e propria. Secondo la tradizione qui sorgeva la celebre basilica portiana al cui ingresso, nel 390, il vescovo Ambrogio sbarrò il passo all’imperatore Teodosio, reo di aver fatto massacrare la popolazione di Tessalonica.

#8 Museo Diocesano: il catafalco di Ambrogio

Credits: crosicorsari.it – Museo Diocesano

Qui è possibile vedere alcuni degli oggetti appartenuti ad Ambrogio, tra cui il catafalco su cui venne adagiato il santo

#9 Cascina e chiesa di Sant’Ambrogio (Brugherio): la casa di campagna donata alla sorella

Poco fuori Milano, dove oggi sorge questa cascina, si estendeva la domus di Ambrogio, ossia la sua casa di campagna. Divenuto vescovo donó la tenuta alla sorella Marcellina e ad un gruppo di vergini che qui si ritirarono in preghiera.

Lo stesso Ambrogio venne più volte in questo luogo a pregare e meditare, tanto da decidere di fare dono alla sorella di una parte delle reliquie dei re Magi, le uniche ancora presenti in territorio milanese dopo la trafugazione operata in Sant’Eustorgio dal Barbarossa nel 1162.

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MATTIA GALBIATI

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Mattia Galbiati
Critico e appassionato d’ arte, cittadino del mondo in quanto mix di varie origini. Amante dei viaggi e della storia, «penso che la bellezza dell’ arte sia ovunque, basta solo saperla cercare e valorizzare».

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