C’è un mostro che si aggira a Milano. Un grosso serpente, un drago sputafuoco: le sue origini risalgono a un’età antica della città, quando a Sud Est era bagnata da un grande lago.
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Anche Milano ha il suo mostro di Loch Ness
# Un “mostro” ancora presente a Milano
Sulla facciata del Duomo c’è un lungo mostricciattolo, che può essere scambiato per un dinosauro. Ancora più celebre è l’enorme serpente che divora un bambino, effigiato nello stemma del Comune di Milano.
# Un “mostro” ancora presente a Milano
Ma c’è di più: che cosa ci fanno palafitte e lo scheletro di uno pseudo balenottero nelle campagne tra Milano, Pavia e Cremona? Ad essere precisi, per la Pianura Padana ne troviamo ben due: una nella chiesa di San Cristoforo, nel lodigiano, l’altra nella chiesa di San Bassiano, a Pizzighettone.
E come la mettiamo con la questione delle piroghe, ben undici, ritrovate tra i fiumi Serio, l’Adda e l’Oglio, negli anni Settanta, e datate tra il 400 ed il 750 dopo Cristo?
A tutti questi quesiti l’unica risposta valida è: tutta colpa del mostro di Loch Ness di Milano.
Sì, perché anche Milano ha avuto il suo lago e all’interno non poteva che viverci un mostro tremendo, puzzolente. Il mostro Tarantasio che viveva nel Lago Gerundo.
# I “resti” del lago Gerundo
A convalidare questa tradizione ci sono diversi aspetti.
Innanzitutto, la toponomastica. Passando in rassegna i nomi dei luoghi si scoprono cascine come la Taranta, tra Cassano d’Adda e Treviglio, oppure i paesi Gera d’Adda, Gerola, Girola.
Poi c’è la geologia. Anche gli studiosi ritengono che, appena fuori di Milano, ci fosse un lago preistorico, paludoso, malsano, ricco di ghiaia, il cui sottosuolo emanava metano e idrogeno solforato. Un inferno di posto che rievoca Ăchĕrōn, in greco, il fiume infernale Acheronte. Ma Gerundo può venire anche da géra, la “ghiaia” (oppure gérola), letteralmente “sasso”.
Tuttavia, le suggestioni e le favole sono più intriganti della scienza.
# Tarantasio, il mostro del lago Gerundo
Nasce così la storia di Tarantasio, il drago-dinosauro nato dalla tomba del perfido Ezzelino da Romano. Tarantasio si avvicinava alle rive del lago mangiando uomini e bambini, dall’alito asfissiante – come le esalazioni di metano -, al quale venivano offerti sacrifici umani.
Una volta toccò anche al figlio del fondatore della dinastia dei Visconti il quale, impavido, con un colpo di spada strappò dalle fauci del mostro il suo erede, distruggendo l’avversario.
Per eliminare ogni pericolo di qualunque ritorno, Visconti fece prosciugare il lago di Gerundo e bonificare la palude. Per eternare l’impresa, poi, prese l’immagine di quella vittoria e la forgiò su pietra.
Nasceva così il Biscione, il simbolo di Milano. Secondo qualcuno il merito non fu di un Visconti ma dell’unico Federico Barbarossa, ma il mostro c’era e il lago pure. E nella tradizione popolare ci sarà sempre.
Continua la lettura con: Il lago Gerundo
PAOLA PERFETTI
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