Ci risiamo, il tema dei trasporti è ancora tavolo di scontro tra Milano e la Regione Lombardia. La novità è che buona parte dei comuni della città metropolitana prendono le distanze dalla Lombardia per unirsi a Milano, come successo tempo fa sempre sulla decisione della giunta regionale di ridistribuzione delle quote di controllo dell’Agenzia di Bacino dei Trasporti di Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia.
La lettera dei sindaci alla Regione Lombardia
Il motivo di discussione, come riporta in anteprima affaritaliani.it, è riportato in una lettera a firma di ottantadue sindaci, di centrosinistra, ma anche centrodestra e civici che si oppongono ai nuovi criteri di assegnazione dei fondi dell’agenzia di bacino metropolitana dei trasporti: questa modifica comporterebbe un taglio di circa 3 milioni di euro solo per la Città Metropolitana.
Oltre ai sindaci si aggiunta la firma del Commissario Prefettizio di Corsico, Francesca Iacontini.
Qui l’articolo di Affaritaliani.it: Trasporti: i sindaci della città metropolitana contro Regione Lombardia
Il risultato del taglio di risorse sui trasporti
Il taglio di risorse, già iniziato, si è già fatto sentire nei Comuni della Città Metropolitana che hanno dovuto effettuare una riduzione delle numero di corse effettuate dai mezzi pubblici con conseguente aumento del traffico privato e relativo inquinamento.
Il previsto nuovo taglio di trasferimenti potrebbe inficiare la riforma di integrazione tariffaria voluta dal Agenzia di bacino di trasporti, con aumento del prezzo unitario dei biglietti ordinari a 2 euro e abbonamenti settimanali e mensili, riducendo contestualmente il costo degli abbonamenti extraurbani, che avrebbe garantito 50 milioni di euro di extragettito da investire nella collettività (anche se ancora non è chiaro dove saranno investiti).
La risposta dell’Assessore regionale ai Trasporti
La replica di Claudia Terzi non si è fatta attendere, evidenziando come all’Agenzia dei trasporti di Milano vengono assegnati 417 milioni di euro sul totale di 629 milioni di euro messi a disposizione di tutta la Regione Lombardia e che “la nostra Regione muove quasi il 24% dei passeggeri a livello nazionale, ma ottiene risorse solo per il 17%” e che “più volte negli anni siamo intervenuti per sopperire ai tagli dei Governi”.
Se da un lato Milano e l’hinterland rivendicano più fondi dalla Regione per il funzionamento del trasporto pubblico, dall’altro la Regione si sente a credito verso la Stato, con l’esito scontato che a rimetterci sono sempre i cittadini e pendolari.
La sovrapposizione di enti è la causa di ogni problema
Lo scontro in atto, così come quelli sul tema case o sulle regole di programmazione territoriale che vanno in direzione opposte tra Milano e la Regione Lombardia, ha un solo colpevole: la sovrapposizione di enti.
Un fattore che genera confusione, e un pessimo governo di territori con caratteristiche peculiari e distintive da altri, privati dalla possibilità di amministrarsi con responsabilità e autonomia, il vero male atavico di tutta l’Italia: troppi che decidono provocano perenni situazioni di emergenza.
I territori omogenei devono avere il diritto di autodeterminarsi con risorse e responsabilità adeguati a fornire i migliori servizi ai propri cittadini, a partire da un sistema di trasporti capillare, sicuro e puntuale.
Milano può aprire la strada ad un nuovo modello amministrativo, esigendo il diritto a ottenere il riconoscimento di Regione, come previsto dall’art. 132, per gestire direttamente risorse e funzioni rapportandosi esclusivamente con Stato e Europa, senza altri decisori intermedi.
FABIO MARCOMIN
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