Tutti i comuni di Italia hanno una certa autonomia, nella scala della gerarchia delle fonti però spesso governa la Regione, o addirittura il Governo Centrale. Molti comuni, specialmente del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, ma anche della Liguria e della Lombardia propongono sempre più spesso iniziative autonome. Come si può esercitare la propria autonomia comunale?
La “mappa della vergogna”: COMUNI, virtuosi o con il cappello d’asino, in cerca di AUTONOMIA
# La gestione e il coordinamento delle autonomie dei comuni

Gran parte delle attività dei comuni italiani volte all’autonomia vengono, al momento coordinate in modo aggregato, per quanto possibile. Ne è prova anche l’approccio seguito negli ultimi anni dalla Regione Veneto nel suo percorso verso l’autonomia. Allo stesso modo, anche la Regione FVG, già a statuto speciale e “autonoma” anche sulle carte, tiene traccia del suo percorso verso l’autonomia. La Lombardia, d’altro canto, ha visto un recente riordino delle autonomie.
# Le iniziative dei comuni più virtuosi: l’esempio del Friuli

Autonomia può significare anche agire al massimo delle proprie possibilità, anche controcorrente rispetto ai propri vicini. E’ quello che è avvenuto, per esempio, in occasione del sisma friulano del 1976, durante il quale la popolazione locale agì prima, ed in certi casi, indipendentemente, dallo Stato e dagli aiuti, che pure arrivarono copiosi. Ad oggi, la gestione del terremoto del Friuli, che passò alla storia anche come orcolat,dal nome della figura mitologica carnica che provocherebbe, appunto, i terremoti, è considerata esemplare.
Più di recente, è stato il caso di un comune genovese, Neirone, che, in modo marcatamente diverso rispetto ai suoi vicini, ha utilizzato al meglio le risorse e i mezzi a propria disposizione come Comune per ottenere la banda larga su tutto il territorio comunale, unitamente all’avvio di processi e progetti di efficienza energetica, tanto da figurare tra le buone pratiche dell’ANCI.
# La lista dei buoni e dei cattivi

E’ interessante segnalare che l’ANCI, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, ha da qualche anno, preso l’abitudine di rendere note le buone prassi dei comuni più virtuosi.
Cosa invece piuttosto inusuale per un Paese come il nostro, l’Associazione Comuni Virtuosi ha predisposto, sul proprio sito, una “mappa della vergogna”, animata dal principio del naming and shaming tipico della cultura inglese, nella quale certi Comuni entrano o escono a seconda delle loro attività.
Gli ultimi aggiornamenti sul dialogo in materia di autonomia a livello nazionale si possono leggere qui.
Continua a leggere: La naturale evoluzione di una nazione è dare più autonomia alle sue parti
ANTONIO ENRICO BUONOCORE
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