Un castello fiabesco che nella seconda metà dell’800 affascinò tutta l’Europa con l’elettro-omeopatia. Una meraviglia che si trova a tre ore da Milano.
La “CASA dei MAGHI”: il CASTELLO ALCHEMICO che incantava l’Europa
L’Italia è ricca di castelli, di vario stile e di diverse dimensioni, ma pochi hanno il fascino e quella indescrivibile aura di mistero che avvolge la Rocchetta Mattei. Costruita nel 1850 dal conte Mattei con il preciso intento di abbattere le certezze di chi lo visita, alla Rocchetta niente è come sembra e chi entra è costretto ad abbandonare la razionalità del mondo esterno per accedere a un mondo di misteri e illusioni.
Una vera e propria ‘casa dei maghi’, con scale escheriane, cupole moresche, decorazioni orientali e stanze segrete che richiamano diversi stili architettonici e dove Mattei condusse i suoi studi sull’elettro-omeopatia che lo fecero diventare così celebre da richiamare pazienti da tutta Europa ed essere citato da Dostoevskij ne “I fratelli Karamazov”.
# Il regno dell’ultimo alchimista
La Rocchetta Mattei è stata costruita tra il 1850 e il 1859 su un antico feudo di proprietà della famiglia Mattei. Il conte Cesare, dopo essersi dedicato in gioventù alla vita politica, rimase sconvolto dalle sofferenze della madre, uccisa lentamente da un tumore. Per superare la depressione che lo aveva afflitto, decise quindi di crearsi un rifugio privato sull’Appennino, un luogo dove potersi dedicare allo studio e mettere a punto una “nuova medicina”, più efficace di quella tradizionale che aveva fallito nel curare la madre.
# Cesare Mattei: l’inventore dell’elettro-omeopatia
Fortemente motivato a trovare dei rimedi alternativi a quelli della medicina moderna, Mattei iniziò con lo studio delle piante e dell’omeopatia ma poi si spinse oltre, inventando una nuova metodologia curativa che univa elementi vegetali a misteriosi “fluidi elettrici”. Nel giro di qualche anno il conte riuscì a mettere a punto una cura basata sull’abbinamento di granuli simil-omeopatici (i cui principi erano estratti da piante officinali e lavorati con una metodologia segreta) con 5 liquidi elettrici, utili a ristabilire il corretto equilibrio delle cariche elettriche del corpo per riportarlo alla “neutralità”. Questa nuova cura prese il nome appunto di elettro-omeopatia.
Pur essendo osteggiato e considerato pazzo, la sua pratica medica si diffuse ben presto in tutta Europa e i suoi rimedi divennero molto richiesti, anche all’estero. Negli anni tra il 1860 e il 1880 questo nuovo metodo richiamò malati da ogni parte del mondo, compresi aristocratici e Reali delle più antiche case regnanti d’ Europa. Si narra che lo Zar Alessandro di Russia, la Regina Margherita e la Regina Vittoria e la stessa principessa Sissi si siano avvalsi della cura “inventata” dal conte Mattei.
Il successo dei suoi rimedi fu tale che Mattei venne citato anche da Dostoevskji ne “I fratelli Karamàzov”: “Ma che filosofia e filosofia, quando tutta la parte destra del corpo mi si è paralizzata e io non faccio che gemere e lamentarmi. Ho tentato tutti i rimedi della medicina: sanno fare la diagnosi in maniera eccellente, conoscono la tua malattia come il palmo delle loro mani, ma non sono capaci di curare. Disperato, ho scritto al conte Mattei a Milano, che mi ha mandato un libro e delle gocce, che Dio lo benedica“.
# Il castello delle meraviglie: dal giardino arabesco ai soffitti in giornale
La struttura del castello fu modificata più volte dal conte durante la sua vita, rendendola un labirinto di torri, scalinate monumentali, sale da ricevimento e camere private che richiamano diversi stili, dal medievale al moresco, dal liberty al gotico, e dando al castello un aspetto fiabesco.
L’ingresso è “sorvegliato” dalla statua di un ippogrifo (il protettore dei maghi) e alla rocchetta si accede attraverso un cortile scavato nella roccia, che contribuisce ad accentuare l’atmosfera di magia e mistero.
L’interno del castello sembra poi rispecchiare l’animo inquieto del Conte: un rincorrersi senza fine di stanze, saloni, scale scenografiche, torri e cortili arabeggianti e addirittura un ponte levatoio, che conduce in quella che era la stanza da letto di Mattei.
Le sale più suggestive del Castello sono la Cappella dove è sepolto il conte, ispirata alla grande Moschea di Cordoba, la Sala delle Maioliche, la Sala Bianca, la Sala dei Novanta, e il bellissimo Cortile dei Leoni, che riproduce il cortile dell’Alhambra di Granada. I materiali poi sono davvero sorprendenti, soprattutto per l’epoca: quello che sembra cemento è in realtà legno, i soffitti sono fatti con fogli di giornale compressato e lo stesso marmo della cappella è in realtà legno.
# Decorazioni esoteriche per catalizzare le energie ultraterrene
Il mito dell’esoterismo legato a Rocchetta Mattei è dovuto non tanto agli studi omeopatici del conte ma alle forme, ai materiali e ai simboli esoterici nascosti nella sua architettura.
I numerosi elementi decorativi ispirati all’oriente, l’ippogrifo, la “mano di Fatima”, le pigne, le forme geometriche particolari che si ritrovano in giro per il castello sono stati interpretati da alcuni studiosi di esoterismo come punti di catalizzazione delle energie ultraterrene.
Inoltre si narra che lo stesso Ludwig II di Baviera, il famoso ed eccentrico Re della Baviera con la passione per l’occulto, sia stato ospite della Rocchetta Mattei e lo stesso Castello di Neuschwanstein ha al suo interno richiami all’Oriente ed elementi decorativi simili alla Rocchetta.
Fonte: Rocchetta Mattei
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LAURA COSTANTIN
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