Negli anni ’30 del Novecento si inizia a ipotizzare la costruzione di un vera e propria “città ideale”. La scelta cadde su Tresigallo, tra l’Appennino e l’Adriatico. La città utopica si trova a metà strada tra Ferrara e le Valli di Comacchio ed è stata costruita a partire da un sogno di Edmondo Rossoni. Costui era Ministro dell’Agricoltura, nonché cittadino di Tresigallo, e nel momento in cui si rischiava l’abbandono della città decise di trasformarla in quella ideale.
Tresigallo, la “CITTÀ METAFISICA” progettata per meravigliare il mondo
# Tra geometria e sogno
Tresigallo inizia ad acquisire importanza dai primi anni ’30, quando viene costruita una strada per accorciare le distanze da Ferrara. Da lì inizia la sua trasformazione. Palazzi, torrette, portici di marmo, strade e piazze cominciano a riempire la città che diventa testimone del razionalismo italiano. Una geometria talmente perfetta che camminare per le strade di Tresigallo diventa un’esperienza felice e unica, quasi un sogno. La città è esempio rampante dell’applicazione delle teorie tedesche della “città nuova”, quelle sviluppatasi a cavallo tra le due guerre, ed è considerata come unica tra le città di nuova fondazione. Tresigallo è anche la sola città di fondazione ad essere riconosciuta come città d’arte.
Nella prima metà del Novecento Tresigallo era quindi diventato esempio della modernità e del razionalismo e pensare che invece ha origini medievali ed era uno dei più antichi centri della zona.
# Il riassetto urbano, industriale ed architettonico
Negli anni Tresigallo acquisisce diverse denominazioni, ma è sicuramente conosciuta da tutti come “città metafisica” o , anche se meno comunemente, “città di marmo”. Si è detto che è nata da un sogno di Edmondo Rossoni, ma di certo non è partito tutto da una semplice “pazzia” di una singola persona. Con un riassetto urbano, industriale ed architettonico, si voleva creare una relazione tra abitanti e territorio, ma si era proiettati anche verso uno sviluppo lavorativo. Creare nuove risorse, opportunità, maggiore ricchezza e benessere, erano questi i veri obiettivi. Ed è così che è nata la città perfettamente lineare e geometrica che è.
La piazza della Rivoluzione a forma di “D”, il loggiato della Chiesa, l’Ospedale, l’entrata del campo sportivo in marmo, i molti servizi pubblici e le architetture lineari e ordinate sono la prova di come si voleva una città nel XX secolo, quale sarebbe la nostra città ideale, quella del XXI secolo?
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BEATRICE BARAZZETTI
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