Bastava un soffio per distruggerlo. Stiamo parlando dei castelli di carte. Difficile trovare qualcuno che non abbia avuto quella sensazione misto ansia e speranza che il castello rimanesse su. Per non parlare del nervoso quando qualcuno per sbaglio apriva la porta distruggendo il duro lavoro, o un “simpatico” amico che, visto che il tuo era ancora intatto e il suo no, soffiava sul tuo capolavoro e in un secondo le carte erano tutte ammassate sul tavolo. A Milano c’è un castello di carte che neppure vento e pioggia distruggono.
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Il «Castello di Carte» di Milano
# Un castello davanti a un altro castello
All’incrocio tra viale Berengario e via Benedetto Brin, nell’area accostata a CityLife, passeggiando per gli edifici residenziali signorili della zona, si può trovare un castello perfettamente instagrammabile e che lascia tutti a bocca aperta. Non molti conoscono questo posto, tanto che quando i passanti lo vedono suscita un’improvvisa curiosità, quasi spaesamento. La piramide di carte alta quanto una casa e illuminata la sera si trova davanti a castello Pozzi, un edificio costruito nel 1929 dal Cav. del Lavoro Claudio Tridenti Pozzi, il re della moda milanese dal 1876, e che ospita molte collezioni private.
# Il fascino dato dal non sapere
L’idea nasce da Fiorucci che con quest’opera desiderava celebrare non solo sé stesso ma anche l’amico e collega Missoni che era morto l’anno prima, attraverso un concentrato di luci e colori che, partendo dalla moda, dall’arte e dal design potesse essere condivisibile da tutti. Il titolo dell’installazione è Love art 4 all. Il messaggio è quello che anche qualcosa di apparentemente volubile e transitorio, come la moda o un castello di carte, può trasformarsi in una vera opera d’arte, capace di dare lustro a un’intera città.
Una curiosità? Non è l’unica installazione di quel giardino. In un’altra area del Castello Pozzi, sul lato di via Brin, ci sono tre grandi cavalli di legno, che si affacciano con la testa oltre le siepi della villa. In questo caso si tratta di una riproduzione di una scultura di Giuliano Grittini dal titolo “Cavallo Genio e Poesia”, ispirata a Leonardo Da Vinci.
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BEATRICE BARAZZETTI
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