Milano, vista da fuori, può essere una metropoli veramente attrattiva. Ma per chi la conosce da dentro, vivendola tutti i giorni con le sue contraddizioni, e non magari facendo un turismo mordi e fuggi, è un altro discorso. Milan l’è un grand Milan, recita il detto, ed è sacrosanto. Ma in questo mare grande ed eterogeneo della metropoli ci sono delle cose che proprio non sopporto. Quali? Eccone sette più un bonus.
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Le 7+1 cose che non sopporto di Milano
#1 Farsi i selfie davanti al Duomo
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Partiamo soft e diciamo che se la gente non aborrisce questa abitudine, quanto meno la guarda con un mezzo sorriso e il sopracciglio alzato. Io almeno di sicuro. Venire da fuori, magari da lontano e volersi fare un selfie col Duomo sullo sfondo è quasi d’obbligo, un trofeo da esibire. Ma anche, diciamocelo, un po’ ordinario e banale. Un tantino stereotipo, senza magari neanche entrarci. E poi diciamocelo, zigzagare in piazza Duomo tra persone in pose infinite con la bocca a becco di papera, lo trovo un tantino imbarazzante.
#2 Portare San Siro fuori Milano
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San Siro sta bene dov’è, a mio parere. Lo stadio di San Siro è sempre stato considerato come la Scala del calcio. Una fonte di grande senso di identità e appartenenza per i cittadini. Purtroppo l’attuale struttura non è ristrutturabile, i costi sarebbero esorbitanti. Da qui l’idea di decentrare la costruzione di un nuovo stadio (Rozzano, San Donato per esempio). Ma non tutto è perduto, in quanto le società Inter e Milan potrebbero portare avanti un progetto di acquisto dello stadio e riqualifica della vasta area circostante.
Possiamo ancora sperare.
#3 Il degrado della città
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Come non sopportare chiunque abbruttisca la città? Ci devi vivere per forza. Di conseguenza il degrado incipiente e la malamovida, processo lungi dall’arrestarsi e le scritte dei writers sui muri delle case sono un vero pugno in un occhio. Il mio di sicuro. Non pretendo che sia come Tokyo, la città più sicura al mondo. Ma dai cantieri abbandonati, al deturpamento delle aree verdi, dai furti in casa, all’incuria degli edifici, alle zone off limits, tutti dobbiamo convivere con questa realtà cittadina. Nostro malgrado.
#4 Inquinamento e smog
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Ormai è un problema più che appurato, di cui peraltro i milanesi stessi sono parte, spostandosi per lo più in auto benzina e diesel. Altre cause sono gli allevamenti intensivi, numerosi nella pianura padana, le industrie, il riscaldamento delle case. Essendo Milano e la pianura padana una zona chiusa, non viene favorito il ricircolo e lo smog ristagna. Conviverci non è semplice e il singolo può fare poco. Io ci penso tutti i giorni che esco di casa.
#5 Gli inglesismi
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La lingua italiana è ricca di vocaboli per ogni tipo di situazione, ma in alcuni ambiti, soprattutto quello lavorativo e in certi circoli milanesi molto uptodate, molto fashion, si preferisce usare parole inglesi, e fin qui niente di male, ma spesso queste parole inglesi vengono tragicamente italianizzate dando vita a neologismi di dubbio gusto. Trendare, brieffare, brandizzare, floppare, scrollare, gossippare, parternizzare, ghostare, flaggare, followare, spammare, trollare, googlare, taggare, postare, blastare e così via. Non sono una purista della lingua italiana, ma per me certe cose non si possono proprio sentire.
#6 Monopattini e piste ciclabili
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Ti sfrecciano davanti, di lato, sui marciapiedi, sulla carreggiata. In meno che non si dica ne hai uno che ti taglia la strada e non hai neanche fatto in tempo a frenare. Tutti rigorosamente senza casco e sorvoliamo su eventuali assicurazioni. Un pericolo reale per i pedoni e un impiccio per le auto che sono in costante rischio di collisione. Speriamo che i nuovi obblighi normativi introdotti a novembre 24 servano a qualcosa. Le piste ciclabili invece mi sembrano qualcosa di alieno. Posto che chi va in bici a Milano lo fa a suo rischio e pericolo, tra traffico, pavé e rotaie, la sicurezza è quasi pari a zero. E gli incidenti a pedoni e ciclisti maggiori rispetto ad altre categorie e altre città.
#7 La famigerata Fashion Week
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Se da una parte la settimana della Fashion Week dà lustro e prestigio alla città, dall’altra per noi poveri mortali è causa di disagio e stress. O la si ama o la si odia. Oltre ad incrementare il già alto livello di smog per l’intensa attività degli aumentati spostamenti, secondo me è indecente che non venga presa nessuna iniziativa dalle autorità preposte onde arginare i disagi. Che oltretutto vengono spesso aumentati da lavori in corso aggiungendo così caos al caos. Certo per chi ha un immobile in affitto breve a anche 500 euro e con tutti i prezzi di pernottamento aumentati, va tutto bene, ma io purtroppo non sono tra questi. Ed evviva la sostenibilità.
#7+1 Chi si vergogna del dialetto
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Ultimo ma non ultimo non sopporto, ma proprio non sopporto, i milanesi che si vergognano di parlare in dialetto o di sentire parlare in dialetto. Ecco, adesso l’ho detto.
Continua la lettura con: Le 7 cose che una ragazza di campagna come me rimpiange quando si è trasferita a Milano
ELEONORA PRINA
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Ci si lamenta dello smog di Milano. Ma è queswto smog che ci permette di vivere oltre i novant’anni, mentre una volta l’età media era al massimo settanta. Quindi non lamentiamoci troppo, su le maniche e produrre, produrre, produrre!
Senza nascondere la verità, senza contare anche gli investimenti che fa la mafia nell’edilizia, aprendo alberghi,ristoranti, bar etc,etc dove ormai Milano non è più una città abitabile.
Dove comanda la drangheta e la camorra, nella vita politica, sociale ed economica, decidono loro a chi devono far lavorare oppure no.
Si chiama dittatura mafiosa che la gente tutto sa ma nessuno parla, e tutto uno schifo
D’accordo su tutto. Più dei milanesi l’afflusso di auto in città è dato da chi ci viene per lavoro. Dal punto di vista dei trasporti ci vorranno ancora una trentina di anni ed un paio di linee metropolitane in più. Farei 7+2. I forzati del “eppi auar”…
Concordo su tutto, e anch’io non amo e non ho mai amato fin dall’inizio il rito dell’Happy hour….la tradizione milanese era al bancone del Bar in piedi ,tipo Camparino, Sant’ Ambroeus etc…
Veramente un peccato sprecare un’opportunità…inizio a leggere l’articolo e quando arrivo ai monopattini e alle bici che intralciano il traffico, mi viene un colpo al cuore; la descrizione dei ciclisti che come kamikaze attraversano la città mettendo se stessi e gli altri in pericolo….mentre gli automobilisti, che non rispettano i limiti di velocità, che strombazzano a qualunque cosa si trovi sulla loro traiettoria, che parcheggiano ovunque, e leggono i messaggi che arrivano sullo smartphone e si accorgono di te che stai attraversando sulle strisce solo perché urli come un pazzo per richiamare l’attenzione ed evitare di finire sotto le ruote…gli automobilisti possono…da non crederci…che tristezza.
Eviterò accuratamente di leggere quello che lei scrive e segnalerò ad altri di fare altrettanto.
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