Le stazioni più scomode di Milano: dove se sei di fretta, perderai il treno

Perdere un treno in certe stazioni di Milano è quasi inevitabile

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Credits ariel_dicaro IG - Stazione Porta Garibaldi

A volte prendere un treno diventa una missione impossibile se hai i minuti contati. Soprattutto in queste stazioni di Milano.  

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Le stazioni più scomode di Milano: dove se sei di fretta, perderai il treno

#1 In Centrale: il freno dei tapis roulant

Credits: @milano_south
Stazione Centrale

Chi si è occupato di progettare i percorsi per andare a prendere un treno o una metropolitana in Stazione Centrale si deve essere divertito parecchio. Sia che si provenga dalla stazione dei treni o si esca dalla linea M2 o M3, salire su un treno può diventare un percorso ad ostacoli. Tra tunnel, tapis roulant e scale mobili che si intersecano in modo perpendicolare e parallelo perdersi è un attimo e arrivare in ritardo è quasi una certezza.

Soprattutto i tapis roulant sembrano fatti apposta per frenare chi è in ritardo. Invece di arrivare in linea retta al piano superiore, procedono a zig zag. E se sono affollati (quasi sempre) invece di accelerare, frenano. Molto meglio le care vecchie scale. 

#2 Porta Garibaldi: l’enigma dei binari

Credits ariel_dicaro IG – Stazione Porta Garibaldi

La stazione di Porta Garibaldi è fatta di lunghi rettilinei, corridoi incrociati e binari nascosti. Sbagliare binario diventa quasi inevitabile. Per non perdere il treno è consigliato arrivare in tempo perché è molto probabile scegliere la direzione sbagliata e trovarsi esattamente dal lato opposto della stazione. Le banchine dell’alta velocità, dei treni regionali e di quelli del passante sono infatti dislocate tutte in luoghi diversi, senza alcun nesso apparente.

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#3 Missori M3: la discesa infinita verso la banchina della metro (senza ascensori e scale mobili) 

Credits pess_cb IG – Scale Missori M3

La stazione Missori, con entrata dalla piazza o lato Corso Italia, è una delle trappole per chi ha fretta di prendere la linea gialla in direzione Comasina. Soprattutto se non si è in perfetta forma fisica. Infatti, passati i tornelli, l’unica possibilità per andare al piano banchina è scendere per due rampe di scale fino a meno 20 metri: non esistono scale mobili o ascensori. Solo la stazione Duomo M3 scende più in profondità tra quelle della linea gialla, ma al contrario di Missori è dotata sia di ascensori che di scale mobili.

#4 Porta Venezia: occhio al corridoio “trappola”, utilizzato come pista da ballo

Credits: @eustacestephen
IG

Nella fermata di Porta Venezia M1 si rischia di finire di rimanere intrappolati in una pista da ballo. Nel mezzanino, che collega l’ingresso alla metro sotto Piazza Oberdan e le uscite di Corso Buenos Aires, giovani ballerini e ballerine di Milano ogni pomeriggio si danno appuntamento per ballare. In certi momenti diventa un ingorgo fatto di persone ferme. Non solo, nel caos perdere l’orientamento tra direzione passante o metro è davvero molto facile.

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#5 Loreto: la distanza infinita tra rossa e verde 

Credits areccofrancesco IG – M2 Loreto

Gli interscambi tra linee metropolitane diverse sono pensati per velocizzare il trasbordo dei passeggeri rimanendo nel sottosuolo. Non sempre però sono così comodi e vicini. Uno di questi è l’incrocio tra linea verde e rossa nella stazione di Loreto. La prima infatti passa sotto piazza Argentina, la seconda, pur intersecando la linea verde nello stesso punto, ha l’accesso ai binari da piazzale Loreto. Pertanto per passare velocemente da una all’altra, o per accedere alla M2 dall’entrata della M1 o viceversa e prendere la metro, bisogna correre e scegliere al volo la giusta destinazione.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.