Ricordo “Tutto in una notte” di John Landis, con la leggendaria colonna sonora di B B King e il protagonista che si aggira nelle strade delle città per vincere l’insonnia. Molti sono i film che parlano di persone che vivono la notte, per insonnia, come l’uomo senza sonno, per lavoro, come Taxi Driver, o per svago, come i Guerrieri della notte. La forza di una metropoli è data dalla sua capacità di essere senza orari, dove ogni cosa è possibile a qualunque ora del giorno e della notte. Sotto questo aspetto Milano può fare di più. Foto cover: @milano4dimensions IG
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Milano «fuori orario»: i limiti da superare per diventare una città internazionale
# Metropolitana
E’ il cruccio di molti, specie dei più giovani. Nelle grandi città del mondo la metropolitana funziona 24 ore al giorno, almeno nei fine settimana. A Milano se si esce la sera il primo pensiero va all’ultima corsa della metro. E ogni anno facciamo una terribile figura con le migliaia di visitatori del Fuorisalone che rimangono sulle strade alla ricerca di un taxi. L’angoscia da fine corsa si dovrebbe evitare: invece di litigare Regione e Comune non potrebbero giungere al compromesso di accettare l’aumento dei prezzi di ATM ma in cambio pretendere corse 24h nel fine settimana?
# CityLife
L’area si sta affermando con prepotenza come luogo più alla moda di Milano. Al confronto Gae Aulenti sembra già vecchia. Eppure al calar della sera diventa un quartiere di fantasmi, quando chiude il centro commerciale.
# La ristorazione
Una delle prime differenze che nota chi da città straniere viene a Milano (perfino da Lugano) sono gli orari in cui si mangia. Altrove si tende a mangiare quando si ha fame e i ristoranti hanno clienti a tutte le ore. Da noi chi è abituato a ritmi nordici può trovare i ristoranti ancora non aperti (alcuni la sera aprono alle 19.30), chi segue tempi mediterranei può rischiare di non fare più a tempo per il pranzo o per la cena.
# I supermercati
In questo caso il pericolo viene da fuori. Una delle bellezze di Milano è di avere supermercati aperti anche di notte. Per questo speriamo che l’idea di imporre limiti di orari sia una boutade priva di conseguenze.
# I musei e i luoghi di attrazione
Ci sono musei e luoghi di interesse con orari ostici specie per chi lavora. Spesso chiudono all’ora della merenda, quasi tutti sono sono inaccessibili il lunedì e alcuni perfino nei giorni di festa. Alla Torre Branca ho dovuto pregare di portarci su con l’ascensore per godere della città al tramonto. Anche la Triennale ha orari da soviet, per non parlare dell’Acquario. Solo per citare i primi casi che mi vengono in mente, ma credo che solo da noi, tra le grandi città del mondo, i musei chiudano così presto la sera.
# I parchi
Ha destato molto clamore la scelta di tenere la Biblioteca degli Alberi priva di cancellate, lasciandola così aperta a ogni ora del giorno e della notte. Scelta che è piaciuta molto e che è parecchio insolita per la nostra città, tra le uniche al mondo che prevede orari di chiusura per i suoi parchi pubblici. Un amico si è spaccato le ginocchia cercando di uscire dal Parco Sempione dopo l’orario di chiusura. E forse siamo l’unica città ad avere un parco pubblico, per di più nei pressi del centro, chiuso la domenica e i festivi: il parco archeologico, anche noto come il parco più inaccessibile del mondo.
MILANO CITTA’ STATO
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supermercati: bene tutta la notte. Ma basta il monopolio di catene, grandi marchi e franchising ….. il piccolo commercio è in crisi … diamo solo a loro la possibilità di aprire in certe giornate e la notte #cuorealpiccolocommercio
Buongiorno,
mi chiamo Alan.
Questo articolo un pó mi spaventa… non tanto nei contenuti, ma nei presupposti che sottende:
una società senza orari, con tanti diritti e pochi doveri, ignara od incurante delle conseguenze per chi poi dovrà gestire il “divertimento” della minoranza che gira di notte per la città.
Si può essere d’accordo che, assumendo personale aggiuntivo con stipendi adeguati,alcune strutture museali potrebbero rimanere aperte in orari serali, ma in altri casi si andrebbe contro il naturale diritto dei lavoratori al riposo. Questa corsa al “sempre e comunque”, al benessere personale privo di limiti cerca di imporsi come modello positivo, in verità lo ritengo alla lunga deleterio per l’educazione ed il senso morale. Non è da “soviet” cercare di mantenere un ritmo di lavoro giusto nel luoghi aperti al pubblico, così come non è corretto imporre rischiose corse notturne, semivuote, agli autisti dei mezzi pubblici. La maggior parte delle persone ha orari relativamente fissi, per convinzione o per necessità, ed in realtà questi cambiamenti sono uno dei tanti modi con cui certe forme di egoismo vengono imposte come modelli positivi, a tutti i costi.
Grazie.
Il problema di Milano è che si trova in un paese di m****.