Sono già passati vent’anni dalla scomparsa di Fabrizio de Andrè, o Faber, come l’aveva soprannominato il suo grande amico Paolo Villaggio.
Negli anni, Faber è diventato un vero e proprio simbolo anarchico, ma non solo. Faber è quel musicista e poeta che si è sempre schierato dalla parte degli ultimi e dei pentiti, degli indifesi e di chi non aveva voce per esprimere i propri pensieri e le proprie ragioni.
Da “Bocca di Rosa” a “Via del Campo“, da “La ballata dell’amore cieco” a “La ballata dell’amore perduto“, da “Un giudice” a “Il Pescatore“, da “La guerra di Piero” a “Volta la carta“, tutte le storie di Faber avevano in comune personaggi e sentimenti semplici, racconti umili e senza pretese, ma dal grande valore morale.
La domanda che ci ha sempre posto Faber è: “Cosa è davvero giusto?”
Potrei andare avanti tutto il giorno a elencare tutti i capolavori musicali partoriti dalla mente geniale e poetica del grande Faber, ma questa volta farò molto di più, segnalandoti la Cantata anarchita in Piazza Duomo di questo venerdì, dalle 20: se sei un ammiratore e un estimatore di questo grande artista, non puoi perderti questa occasione unica di renddergli un omaggio collettivo.
Tra chitarre, percussioni, spartiti e molto altro, preparati a passare una serata memorabile, ricordando colui che si è sempre schierato dalla parte degli ultimi e dei pentiti.
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