Calato il sipario, a mente lucida, emergono ombre e luci sull’highlight dell’evento degli eventi milanese.
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Che cosa resterà del FuoriSalone 2025? Gli 8 tratti distintivi per cui ci ricorderemo di lui
#1 La sovraesposizione mediatica

Nella settimana passata, guai a googlare anche per errore la parola “Fuori Salone”: i motori di ricerca, a ritmo rock hanno inondato links di super installazioni, aperitivi, locations con la stessa intensità di un assolo di Jimi Hendrix. Complimenti alla regia della Communication Staff…magari un tantino di maggior coordinamento e organicità nelle informazioni e meno quantità sarebbero stati più eleganti: less is more. Principio sacro peraltro custodito nell’essenza del design italiano.
Forse l’ansia da “raggiungimento” dei numeri fa perdere di vista la qualità in un settore così di nicchia?
#2 Qr code ad ogni entrata…

“Quando è gratis il prodotto sei tu”. Tante grazie per avermi fatto vedere la tua collezione, offerto un drink e regalato un gadget…(probabilmente acquistato da un anonimo fornitore a cui si è messa “una firma”). In cambio, i miei dati personali, la mia identità che sono la vera potenza, non valgono tutto questo “ben di Dio che viene offerto”: comunque complimenti per l’abilità.
#3 La rivincita della periferia

Un ossimoro che in questa settimana ha un “suo perché”: tutte le zone prezzolate del centro sono una giostra concentrata a ritmo continuo che sforna eventi, un addensato di inquinamenti: da smog, acustici, da overturism. Mai come in questa settimana chi vive in periferia si è ritrovato invidiato anche da chi vive in centro.
#4 “Le installazioni da non perdere”: il Fuorisalone delle file

I giornalisti che pubblicano “le installazioni da non perdere” hanno un minimo di conoscenza di arte e/o design o sono i soliti tuttologi che scrivono copiando i trend? Sono in molti ad essersi presa “la sberla della delusione” dopo ore di fila.
#5 La scoperta dei palazzi inaccessibili

La grande sorpresa è stata la straordinaria opportunità per entrare in palazzi, terrazze, giardini nascosti dove si respira una Milano meravigliosa, silente, anche a pochi passi dal caos…un viaggio in cui anche un milanese ha potuto diventare turista, scoprendo la sua città. Un grande peccato che ciò avvenga solo per una settimana.
#6 Incontro tra cittadini e aziende

Mai come quest’anno si è assistito a questa prossimità e inclusività? Che bello aver scambiato direttamente due parole con artisti, ceo di aziende che hanno reso fruibili con le loro spiegazioni e installazioni concetti prima un po’ ostici.
#7 Fiori ovunque

La presenza dei fiori, che ha esaltato luoghi e oggetti, sia nella versione naturale che artificiale: una simbologia di vitalità e colore in simmetrica sintonia con la delicata primavera milanese.
#8 La bellezza e la creatività dell’essere umano in tutte le sue forme

Scoprire quanta creatività e bellezza è insita nell’essere umano, davvero una forza inestinguibile che ti stupisce ogni volta che vedi gli infiniti volti di una sedia, una lampada, un tavolo….e allo stesso tempo, di sabato, la compresenza di una manifestazione che ricorda il dramma di una guerra.
A tutti i milanesi resta il grande bottino di una città che in una settimana avrà riempito i forzieri del comune: a quest’ultimo il saggio ruolo di amministrarli da “buon padre di famiglia”.
Continua la lettura con: Le 10 installazioni del Fuorisalone più belle di sempre
CRISTINA FILIPPO
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