Gli elementi ci sono tutti per fare di questa mostra, che inaugura oggi alla Galleria Montrasio, un evento unico e imperdibile.
Cominciamo col dire che il percorso espositivo include due nuclei di fotografie inedite realizzate da Vittorio Pigazzini e da Toni Thorimbert, oltre ad alcuni libri di Fausto Melotti quali “Il triste Minotauro” (Vanni Scheiwiller, 1973) e “Linee” (Adelphi, 1975), nei quali le poesie, gli aforismi e le acqueforti si succedono con la medesima fantasia poetica e la medesima bilanciata armonia che appartengono alle sculture e ai dipinti.
Alcune delle circa trenta opere selezionate fra sculture, ceramiche e bassorilievi, non sono mai state esposte prima e sono tutte in diverso modo esemplari dei passaggi cruciali del lungo percorso artistico di Melotti.
Il titolo “Trappolare” invece, prende piede da una frase pronunciata da Melotti all’indomani del precipitare degli eventi bellici e della distruzione del suo studio di Milano: “Mi sono messo, se non proprio a lavorare, a trappolare. Ho un po’ di creta e faccio delle testine grosse come un pugno. Ma mi organizzerò meglio”.
L’eterno ritorno della memoria di un artista che ha lasciato un segno profondo nell’animo di quanti, curiosi e non, sono soliti nutrirsi di arte.
E non si stancano mai di scoprire e contemplare le testimonianze dei grandi artisti del nostro tempo.
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