Aaah… il periodo delle Avanguardie.
E’ in assoluto il mio preferito: sperimentazioni, rovesciamenti dei canoni estetici, anti-accademismo… un vero e proprio periodo d’oro dell’arte.
E con “periodo” mi riferisco al lasso di tempo compreso tra la fine dell’Ottocento e la seconda metà del Novecento, terreno fertile per la nascita di nuove correnti artistiche, chiamate genericamente, appunto, “Avanguardie“.
Partendo dall’Impressionismo, il quale pioniere è stato Manet, con la sua “Colazione sull’Erba” e “Olympia”, il Novecento ha visto nascere avanguardie sempre più audaci, come l’Espressionismo, che vedeva tra le fila nomi come Gauguin, Toulouse Lautrec e Van Gogh, il Cubismo, inventato dal celebre Picasso assieme a Braque, il Futurismo, che in Italia aveva come massimo esponente Boccioni, e molti altri.
Potrei andare avanti per ore a elencare tutte le macro e micro correnti artistiche di quel periodo, ma penso che potrà farlo molto meglio la mostra “Impressionismo e Avanguardie” del Palazzo Reale.
Io sono già andata a visitarla e ti posso dire con certezza che avrai l’occasione di ammirare cinquanta opere dipinte e scolpite da alcuni dei più grandi artisti di sempre, arrivate a Milano direttamente dal Philadelphia Museum of Art, una delle più importanti istituzioni museali del mondo.
Il prezzo del biglietto è 12 euro, ma ti assicuro che ne vale la pena: mi sono emozionata vedendo un quadro di Dalì, commossa nel vedere la donna di Mirò e… insomma, quando sono uscita mi girava la testa dall’emozione. Ma forse sono un po’ di parte…
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