Più che una mostra, “GDM – Grand Dad’s Visitor Center” di Laure Prouvost è un’opera d’arte totale, che raccoglie lavori che vanno dalle installazioni ai video, passando per le sculture e gli objet trouvé.
Forte della sua poetica che include un contatto diretto col pubblico, chiamato ad interagire con le sue esposizioni, l’artista dissemina elementi con cui giocare e confrontarsi in quello che è stato definito un “museo a cielo aperto” dedicato ad una figura-chiave della vita dell’artista, suo nonno.
Vincitrice del Turner Prize nel 2013, Laure Prouvost ama infarcire le sue opere di humour surreale, maneggiando diversi media con cura e curiosità.
La scelta di dedicare l’esposizione al nonno, artista prolifico e concettuale, amico dell’artista Kurt Schwitters che, dopo una vita passata a dialogare con il continente africano, non fa più ritorno a casa e lascia la nonna unica erede e custode delle sue opere.
Laure Prouvost per GDM parte proprio da un video in cui si vedono delle sculture create dal nonno che ormai rivestono una funzione di “semplice” uso domestico.
È questo il punto di partenza per l’artista che mette in discussione il concetto stesso di museo come luogo deputato alla conservazione e tempio della memoria.
E lo fa proprio mettendo alla prova lo spettatore che viene chiamato ad assaggiare del cibo, a compiere delle azioni, insomma, ad interagire con le opere che Laure Prouvost consegna all’Hangar Bicocca come fosse un gioco da ragazzi.
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