Hayao Miyazaki.
Un nome, un mito.
Mi ha fatta emozionare con “La città incantata”, “La principessa Mononoke” e “Il castello errante di Howl”.
Mi ha fatta piangere con “Si alza il vento”, “La collina dei papaveri” e “La tomba delle lucciole”.
Mi ha fatta ridere con “Ponyo”, “Pompoko” e “Porco Rosso”.
E poi?
D’un tratto, come un fulmine a ciel sereno, arriva il settembre del 2013: Hayao Miyazaki annuncia il ritiro dal mondo dell’animazione.
Quanti pianti, quanta disperazione… ma dentro di me, a consolarmi, piano piano si fa strada una vocina che sussurra: “sarà davvero così?”
Fortunatamente no, perchè a distanza di quattro anni dall’annuncio fatale, ecco il suo sorprendente rientro con il progetto di un cortometraggio realizzato al computer per la prima volta.
Se anche tu ami il grande disegnatore giapponese quanto me, ti consiglio di goderti questo documentario, che ritrae Hayao Miyazaki nella sua abitazione o nello studio Ghibli, che torna miracolosamente popolato e pieno di vita come un tempo, per poi spingersi anche nel privato del maestro, che non nasconde i suoi dubbi etici e professionali.
Ma non ti dico altro del film “Never-ending man – Hayao Miyazaki“, che verrà proiettato allo Spazio Oberdan questo giovedì alle 19.00: il biglietto costa 8 euro e io l’ho già prenotato da tempo, perchè li vale tutti… e anche di più.
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