E’ diventato un modo per definire il milanese da parte dei non milanesi. Bauscia rappresenta quei modo un po’ da sbruffone, un po’ da imbruttito che secondo alcuni sono l’essenza del milanese doc. In realtà l’origine ben diversa. E nel corso dei tempi è diventato perfino un termine calcistico.
BAUSCIA = MILANESE? Non scherziamo: ecco cosa si significa realmente
Ai confini della città: si proponevano di fare da guida per i turisti
Bauscia: sinonimo di milanese? Per alcuni sì. In realtà questo termine dialettale indicava nel secolo scorso una persona particolare a metà strada tra un Cicerone e un poco di buono che aiutava i forestieri nella ricerca delle botteghe e artigiani in cambio di denaro. I bauscia erano infatti disposti ai confini della città per poter abbordare turisti e far loro da guida.
I bauscia diventano nerazzurri
Gianni Brera, all’inizio degli anni Sessanta in ambito sportivo calcistico durante i derby di Milano iniziò a parlare dei bauscia neroazzurri, cioè i tifosi del Inter (appartenenti alla media e grande borghesia meneghina) che si contrapponevano ai casciavid rossoneri, cioè i tifosi del Milan che provenivano solitamente dagli strati più bassi della popolazione, come gli operai (da qui infatti cacciavite).
L’imprenditore ghe pensi mi
Negli anni tale parola si è trasformata parallelamente alla crescita della piccola impresa e all’industrializzazione e ha assunto in senso ironico il significato di piccolo imprenditore poco aperto alle innovazioni, che non ama collaborare e condividere. Tipicamente vuole decidere ed intervenire anche laddove non ha competenza.
Da bauscia a cumenda
Tino Scotti, celebre attore e cabarettista milanese, contribuì alla diffusione dell’immagine del bauscia milanese con la sua partecipazione allo spot dei confetti Falqui. Egli interpretava infatti un vero e proprio bauscia doc con modi eleganti e affettati e con vocabolario ricercato. A lui si deve lo sdoganamento della frase “ghe pensi mi”, che era il tormentone dei suoi spettacoli.
Dalla parola bauscia si genera il “cumenda”. Il bauscia, nella sua evoluzione verso la figura dell’imprenditore altero, attento solo al guadagno e ai dané e poco incline ai rapporti con gli altri, diventa a tutti gli effetti un cumenda. Il cabarettista Ugo Bologna, a partire dagli anni Settanta e i primi anni Ottanta diventa il cumenda principale della commedia italiana. Celeberrime sono le sue interpretazioni nei vari film dell’epoca come Sapore di mare, del 1983, dove diventa noto come il commendator Carraro, padre dei due fratelli interpretati da Jerry Calà e Christian De Sica.
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GIULIA PICCININI
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