Che fine ha fatto il Museo delle Torture di Milano?

All'ingresso si veniva accolti dalle musiche di Dario Argento

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Pusterla di Sant'Ambrogio
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Fino agli inizi degli anni duemila Milano possedeva un Museo delle Torture, per l’esattezza nella Pusterla di Sant’Ambrogio dove ancora oggi è affissa la targa. Fu inaugurato alla presenza anche dei rappresentanti di Amnesty International. Vediamo come è andata la vicenda e dove sono ospitati oggi i pezzi della collezione.

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Che fine ha fatto il Museo delle Torture di Milano?

# Tutto ebbe inizio nel 1948 con l’esposizione delle armi antiche: nel 1985 vennero introdotti anche gli strumenti di tortura

Credits: cosestraneamilano.wordpress.com

Dopo la Seconda Guerra mondiale l’Associazione amatori armi antiche decise di restaurare i due bastioni della Pusterla: in cambio dei lavori ebbe la possibilità di gestirne gli spazi. Fu così che in una delle torri nel 1948 inaugurò l’esposizione delle armi antiche: alabarde, archibugi, balestre e armature del periodo compreso tra il medioevo e l‘800. Nel 1985 la collezione fu integrata con gli strumenti di tortura. Il nome ufficiale del museo era “Mostra Permanente di Criminologia e Armi Antiche”.

Museo della Tortura – San Gimignano

Al suo interno si trovavano: ruote, manette, gabbie e altri aggeggi inventati per infierire su criminali, eretici e presunte streghe. Tra gli strumenti più significativi la ghigliottina e la sedia elettrica.

# Chiuso al Comune perché ritenuto “diseducativo”

Credits: torturemuseum.it/

Al suo ingresso si veniva accolti dalle musiche di Dario Argento, per rendere ancora più terrificante l’atmosfera. Il museo si auto-sostentava con gli incassi dei biglietti solo che alla fine dell’anno 2000 fu sfrattato perché il comune di Milano considerò la collezione troppo diseducativa. Il paradosso è che la mostra permanente fu inaugurata alla presenza dei rappresentanti di Amnesty International perché lo scopo del museo era quello di mettere a nudo il lato peggiore della natura umana per fare in modo che nulla di ciò si ripetesse in futuro.

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# Tutti i pezzi sono tornati al legittimo proprietario in Toscana

Museo della Tortura – San Gimignano

È il museo della tortura di San Gimignano il legittimo proprietario, di quasi tutti i reperti. Le collezioni permanenti sono ripartite insieme ad altri 4 comuni toscani: Lucca, Siena, Volterra e Montepulciano. In totale sono esposti più di migliaio di pezzi, suddivisi in sei musei permanenti, in quanto a San Gimignano è presente anche il Museo della Pena di Morte, e tre mostre itineranti a livello mondiale.  

Solo una panoplia di armi, archibugi e spade, di proprietà dell’Associazione amatori armi antiche sono finite nelle teche del museo della Torre della Cesta a San Marino

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