Nel ‘500 si svolsero nel Ducato di Milano oltre 1700 condanne a morte. 860 nel ‘600 e 680 tra il 1700 e il 1770. Ma come e dove venivamo uccisi i criminali dell’epoca?
I CONDANNATI a MORTE di Milano: luogo e tipo di esecuzione variavano a seconda della CLASSE SOCIALE
# Furono oltre 3.200 i giustiziati tra il ‘500 e il 1770
3.200 condannati a morte a Milano tra il ‘500 e il 1770. I reati per i quali si poteva essere giustiziati erano molteplici: dal furto a mano armata all’omicidio, dalla contraffazione di moneta alla stregoneria, dal tradimento all’omosessualità. Alla condanna a morte si aggiunge che la mutilazione per crimini considerati minori.
# I nobili decapitati in Piazza dei Mercanti
Il luogo dove i condannati venivano giustiziati cambiava a seconda della loro classe sociale. Nobili e aristocratici subivano quasi sempre la decapitazione. In principio in Piazza Mercanti, poi in Piazza del Castello. Anche Corso di Porta Tosa, l’attuale Corso di Porta Vittoria, era utilizzata per quello scopo. Piazza del Duomo veniva scelta solitamente per fungere da monito e per dare maggiore risalto e spettacolo all’esecuzione.
# Le persone comuni e le streghe condannate a morte in Piazza Vetra
Le persone comuni venivano giustiziate in Piazza della Vetra, nei manifesti che annunciavano le esecuzioni veniva denominato “Luogo Solito”, conosciuto anche come Campo Scellerato o Prato della Morte. Sempre qui venivano messe al rogo le streghe. In alcuni casi si poteva essere strangolati o affogati prima del rogo “per generosa carità cristiana”.
Nel 1814 venne spostato il tutto tra le porte Vigentina e Lodovica, nello specifico in Largo Isabella d’Aragona dove venne costruita nel 1925 l’omonima centrale dell’acquedotto cittadino e dove venne giustiziato il primo serial killer italiano: Antonio Boggia, che seminò morte nella stretta Via Bagnera.
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# I banditi, i galeotti e i diseredati venivano impiccati
Fuori dalle mura romane in Corso Lodi vivevano i reietti della società: banditi, galeotti, contrabbandieri e diseredati. Proprio lungo questa arteria venivano condannate a morte tramite impiccagione queste categorie di persone e lasciate appese a penzolare per giorni ai platani perché tutti potessero vedere.
Proprio attorno a questo fatto ruota una leggenda. Il Comune di Milano, appena oltre la metà del ‘900, fece piantumare nuovi platani lungo il corso per ripristinare il verde. Alcuni di questi sono cresciuti con una strana torsione e degli stani bitorzoli, sono visibili tra i i civici 75 e 78, che sembrano fare intravedere un volto sofferente, come quello dei giustiziati. Leggenda o solo immaginazione?
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FABIO MARCOMIN
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