Il lavoro, al tempo del coronavirus, si è trasformato: alcuni lavori stentano a ripartire, altri non risentono della crisi. Ce ne potrebbero essere alcuni scomparsi nel passato che potrebbero trovare nuova vita?
Ecco 7 lavori antichi e ormai scomparsi, alcuni dei quali protagonisti di modi di dire coloriti, capaci di resistere al tempo, che si praticavano urlando per le strade, in mezzo alle abitazioni. Potrebbero tornare in una nuova Milano?
Il Ciaparatt, el Ranee, el Brumista e altri MESTIERI ANTICHI milanesi: quali potremmo rilanciare nella Milano dei nostri giorni?
#1 Il ciaparatt
Colui che acchiappa i topi, ma anche una delle professioni che meglio di ogni altra ha resistito al tempo grazie al suo utilizzo in modi di dire memorabili.
Va a ciappà i ratt, in dialetto milanese, significa: togliti dai piedi e, se proprio non sai cosa fare, vai a cacciare i topi!
Questa espressione tornò di moda nel 1929, quando a Milano fu organizzata un’importante e molto pubblicizzata operazione di derattizzazione.
Il numero di roditori che infestavano la città e che mettevano a rischio di tifo murino i milanesi era talmente alto che vennero messi addirittura in palio premi in denaro per incoraggiare la gente a catturare i ratt.
Da lì l’espressione deratizzare e la più professionale sfumatura del significato del detto: se per far denaro non sai fare altro, vai almeno alla caccia dei topi!
Oggi: come si legge nel DPCM, sono incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro. Possibilità di successo: basse.
#2 El ranee
Colui che prende le rane e le vende, ancora vive, alle sciure milanesi che vogliono preparare un bel risott coi rann.
Quello del ranee era un mestiere stagionale molto diffuso: catturava le rane nei corsi d’acqua attorno a Milano e passava per le strade cittadine a venderle. A Milano le rane erano considerate una prelibatezza.
Oggi: si sta riscoprendo il settore alimentare e i consumi a chilometro zero. Deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Possibilità di successo: medio-alte.
#3 El brumista
Cioè l’autista di carrozze, o meglio delle vetture pubbliche, progettate sullo schema della carrozza, con il cocchiere seduto a cassetta, che iniziarono a circolare dal 1830 circa. Il nome deriva da “brum” che era il lume posizionato sopra le carrozze per illuminare la strada. I milanesi pensarono bene di ribattezzare il veicolo Brumm e il conducente Brummista.
Oggi: non esistono limitazioni per il trasporto pubblico non di linea. Il servizio taxi non ha subito nessuna modifica, perché l’attività svolta è considerata esigenza lavorativa. Con la crisi dei mezzi pubblici, per i problemi del distanziamento sociale, e l’esigenza di avere trasporti a zero emissione, i brumisti potrebbero diventare una nuova moda, come i monopattini. Possibilità di successo: basse.
#4 El caffettee del caffè del genoeucc
Cioè il venditore di caffè del ginocchio. Posizionato in piazza del Duomo con il suo trespolo su ruote, un ambulante vendeva caffè caldo agli operai che andavano o tornavano dal lavoro e che non avevano abbastanza spiccioli per bersi il caffè al bar.
Un caffè di dubbia qualità, visto che era ricavato dai fondi recuperati nei bar vicini, scaldato e poi spillato, ma andava a ruba.
E l’espressione del genoeucc (del ginocchio), cosa significa? Per qualcuno deriva dal fatto che la spillatrice era posizionata talmente in basso nel trespolo, che l’ambulante doveva inginocchiarsi. Per altri deriva, invece, dal fatto che gli avventori poggiavano la tazzina sul ginocchio, seduti sui gradini del Duomo.
Oggi: in epoca di crisi potrebbe prosperare. Possibilità di successo: medie.
#5 El giasee
Cioè il venditore di ghiaccio che girava con un carretto pieno di pani di ghiaccio, lunghi quasi un metro. Il ghiaccio era necessario per le ghiacciaie, dove si conservavano i cibi prima dell’avvento dei frigoriferi. Le ghiacciaie erano contenitori di zinco dove si inserivano, e periodicamente cambiavano, i blocchi di ghiaccio.
Oggi: La consegna del ghiaccio per la conservazione del cibo sarebbe rientrato di diritto nelle attività di prima necessità, anche se in forma ambulante. Con il boom dell’asporto potrebbe costituire un business interessante. Possibilità di successo: basse.
#6 El gambaree
Cioè il venditore di gamberi che, nel caso di Milano, erano pescati nel Lambro. L’ambulante girava per le strade gridando L’e’ quel di gamber salad e boni oppure L’è quell di gamber pescaa in del Lamber.
Oggi: come per ranee anche il gambaree potrebbe affermarsi come moda a chilometro zero. Anche se forse manca la materia prima. Possibilità di successo: basse.
#7 El cadregatt
O el cadreghee, che era il riparatore di cadreghe, cioè di sedie impagliate. Girava per le strade in bicicletta portandosi con sé gli attrezzi del mestiere come la pialla, il martello, i chiodi, la sega e la paglia e, fermandosi a richiesta si dedicava alla riparazione delle sedie usurate o rotte.
Oggi: in epoca di crisi chi potrebbe mai mollare la cadrega, benchè scassata? Possibilità di successo: alte.
Da leggere anche l’arte antica della liuteria, oggi riscoperta.
Quali altri mestieri del passato si potrebbero esercitare al tempo del coronavirus? Scriveteceli nei commenti!
BARBARA VOLPINI
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