Il leggendario TUNNEL SEGRETO dal Castello a Santa Maria delle Grazie: ESISTE DAVVERO?

Da secoli si parla di un passaggio nascosto che avrebbe permesso a Ludovico Maria Sforza di recarsi a pregare in Santa Maria delle Grazie. Si tratta di una leggenda o di realtà?

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Ricostruzione della fortezza visconteo sforzesca

Da secoli si parla di un passaggio nascosto che avrebbe permesso a Ludovico Maria Sforza di recarsi a pregare in Santa Maria delle Grazie. Si tratta di una leggenda o di realtà?

Il leggendario TUNNEL SEGRETO dal Castello a Santa Maria delle Grazie: ESISTE DAVVERO?

# Da secoli si parla del tunnel che permetteva a Ludovico Maria Sforza di recarsi a pregare in Santa Maria delle Grazie

Partiamo da una affermazione che fece alcuni decenni fa il Priore di Santa Maria delle Grazie, il domenicano Angelo Maria Caccin. Relativamente al convento milanese disse: “Ci sono tre cose meravigliose di questo luogo: il convento in sé, il Cenacolo e i sotterranei che nessuno in questo secolo ha mai visitato”. Si evince quindi dall’affermazione che i sotterranei qualcuno prima del novecento li abbia invece visitati…
Del passaggio segreto che permettesse a Ludovico Maria Sforza di recarsi a pregare in Santa Maria delle Grazie senza essere visto se ne parla da secoli ma non esiste una prova documentata della sua esistenza. Ma c’è un però.

# L’indizio del “Fossato Morto”: un passaggio sotterraneo che si interrompe ben oltre le mura perimetrali

Credits: passipermilano.file.wordpress.com – Fossato Morto

C’è un però: dal Fossato Morto, un fossato di difesa presente nel corpo centrale del Castello, parte un passaggio sotterraneo di 3,5 metri di altezza e un metro e mezzo circa di larghezza che si interrompe ben oltre le mura perimetrali esistenti e poco prima della fortificazione esterna della Ghirlanda, opera presumibilmente progettata dal Brunelleschi all’inizio del ‘400.

E’ ovvio che un simile passaggio dovesse avere una funzione strategica ben precisa. Inoltre i due torrioni fortificati che fanno bella presenza sul lato frontale del Castello rendono l’idea di come gli Sforza temessero di più una rivolta popolare che un attacco da parte di nemici esterni e un passaggio scavato all’esterno delle mura cittadine riusciva a destare meno sospetti ed essere costruito con più discrezione di come sarebbe successo se fosse stato fatto sotto gli occhi di tutti.

# Nel 2000 il tunnel riportato agli onori delle cronache

A riportare agli onori delle cronache l’esistenza del tunnel ci fu una rivelazione agli inizi degli anni 2000 che riportava un fatto di cronaca accaduto nel 1947. A fronte di una manifestazione ritenuta molto pericolosa per l’ordine pubblico si fecero installare due mitragliatrici che vennero poste all’altezza del palazzo delle Stelline e tali armamenti furono recuperati da un tunnel sotterraneo presente a pochi metri dove un gruppo facente parte di servizi segreti deviati nascondevano i loro “ferri del mestiere”. A questo punto basterebbe per scavare e posare fine al quesito. E qui viene il bello.

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# Uno scempio scongiurato: l’abbattimento del Castello

Forse non tutti sanno che all’inizio del Novecento ci fu un tentativo di abbattere gran parte della struttura esistente del Castello per far posto a ville di lusso, scempio evitato grazie alla lungimiranza e l’amore per l’arte e l’architettura dell’illuminato arch. Luca Beltrami, che varie amministrazioni che si sono succedute hanno tentato di mettere le mani sul nostro patrimonio artistico per installare varie cose, ultima un ristorante nelle merlate. In pratica nessuna amministrazione si è mai premurata di valorizzare il Castello e studiarne a fondo le strutture oggi nascoste. Il perché rimane un mistero come quello del tunnel sotterraneo.

# L’ispezione da parte di Gianluca Padovan, archeologo del sottosuolo

Credits: Davide Padovan

Il portato alla luce è interrotto da un muro in mattoni costruito nel 1960. Questa operazione è stata fatta per poter albergare degli scarichi, sia fognari che di teleriscaldamento, che servono al Castello stesso. Inizialmente era una unica tubatura poi successivamente separata. Per gentile concessione del sig. Gianluca Padovan pubblichiamo due foto: la prima che ritrae il fratello Davide durante una ispezione al tunnel che ne attesta la struttura e l’attuale stato conservativo mentre la seconda i fratelli Padovan accompagnati da tecnici comunali che ispezionano il passaggio.

# Una camera costruita per esigenze fognarie impedisce l’ispezione di uno dei più grandi misteri della Milano sotterranea

Credits: GIanluca Padovan – Ispezione tecnici comune

Nella seconda foto si noti il canale di scolo nel pavimento, opera realizzata nel 1960 scavando nel calpestio originale. In pratica questa camera costruita per esigenze fognarie che comprende anche i muri portanti del tunnel impedisce con il muro contenitivo l’ispezione di uno dei più grandi misteri della Milano sotterranea.

Va da sé che ci aspettiamo una svolta e che si possano ottenere i permessi per poter finalmente visitare a fondo i vari passaggi segreti che svelerebbero molti retroscena della fortificazione. Dando così ancor maggiore lustro a un bene che la città ha il dovere di valorizzare sia per la storia che per il piacere di chiunque visiti un luogo meraviglioso che ci appartiene e che nessuno ha il diritto di occultare. Anzi.

ROBERTO BINAGHI

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Roberto Binaghi
Nato a Milano il 25 agosto 1965. Sin da bambino frequento l’azienda di famiglia (allora una tipografia, ora azienda di comunicazione e stampa) dove entrerò ufficialmente a 17 anni. Diplomato Geometra all’Istituto Cattaneo a 27 anni e dopo aver abbandonato gli studi grafici a 17, mi iscrivo a Scienze Politiche ma lascio definitivamente 2 anni dopo per dedicare il mio tempo libero alla famiglia e allo sport. Sono padre di Matteo, 21 anni, e Luca, 19 anni. Sono stato accanito lettore di quotidiani e libri storico-politici, ho frequentato gruppi politici e di imprenditori senza mai tesserarmi, per anni ho seguito la situazione politica italiana collaborando anche con L’Indipendente allora diretto da Vittorio Feltri e Pialuisa Bianco (1992-1994). Per questioni di cuore ho iniziato a seguire il mondo del basket dilettantistico ricoprendo il ruolo di dirigente della società Ebro per oltre 10 anni e della Bocconi Basket FIP dal settembre 2019 (ruolo che ricoprirò anche per la prossima stagione). Nel corso degli anni ho contribuito allo sviluppo di alcune start-up e seguito alcuni progetti di mia ideazione che hanno come obiettivo la rivalutazione del patrimonio meneghino oltre che un chiaro interesse sociale.