La “PISCININA”: un antico mestiere di Milano

Nel dialetto milanese la parola "piscinina" significa "piccolina" ma questo termine ha anche un altro significato. Scopriamolo insieme

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Credit: @cronacheribelli

Quando ero piccola il mio bisnonno mi diceva sempre che ero una “piscinina”, anche per chi non è di Milano è facile capire che questo termine si usa per dire “piccolina”.
Ho sempre pensato che fosse solo una semplice variazione della parola in italiano e invece questo termine un significato ce l’ha, e anche grande.
Scopriamo insieme chi erano le “piscinine”.

La “PISCININA”: un antico mestiere di Milano

# La “piscinina”

Credit: @cronacheribelli

Quasi chiunque, nel corso della vita, avrà sentito almeno una volta la parola “piscinina”.
Nel dialetto milanese questo termine significa “piccolina” ma è ormai usato in tanti altri dialetti, anche in versioni simili.
Ma da dove deriva l’uso di questo termine? Chi erano le “piscinine”?

Le “piscinine” erano quelle bambine che imparavano il mestiere della sarta, della modista, della lavorante in biancheria e della stiratrice.
Erano bambine di età compresa tra i 6 e i 13 anni che erano apprendiste presso le sartorie della Milano dei primi ‘900.

Nonostante fossero piccoline, la storia di queste bambine è grande.

# In giro a distribuire i vestiti delle sarte

Credit: @milano_scomparsa_o_quasi

Le “piscinine” lavoravano anche per 14 ore di fila, il tutto per 25-30 centesimi al giorno.

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Passavano molte ore all’interno dei laboratori di sartoria ma il compito più pesante da svolgere era un altro: dovevano distribuire i vestiti tra le case dei clienti.
Questo voleva dire portare sulle spalle scatoloni di anche 10 kg per tutta la giornata.

In questo apprendistato non esistevano ferie, gli straordinari erano all’ordine del giorno e nessun diritto era tutelato.
Tutto questo lo troviamo anche nel testo “La piscinina”: “Mi son la piscinina che gira per Milan; girà sira e mattina l’è ‘l solito me tran-tran, poeu, quand l’è sira fada, stufa, straca, coppada, con ona fam de loff, voli a cà mia in d’on boff”.

# Le “piscinine” in sciopero

Credit: officinadellostorico.it

La mattina del 23 giugno 1902 la città di Milano fu risvegliata da uno spettacolo che non si sarebbe mai aspettata: le “piscinine” avevano iniziato uno sciopero.

La notizia veniva data dai giornali quasi come uno scherzo, delle bambine di 10 anni che scioperano? Ebbene si.
Fu la quattordicenne Giovannina Lombardi a guidare lo sciopero in quanto più grande del gruppo.

A quel tempo l’Unione femminile istituì un’associazione per piccole lavoratrici chiamata La Fraterna, i cui scopi erano solidarietà, previdenza e istruzione, a cui fu annessa anche una scuola di disegno professionale per queste bambine.
Supportate dall’Unione femminile nazionale e anche da alcune sindacaliste della Camera del Lavoro, le “piscinine” decisero che non sarebbero tornare al lavoro senza aver ottenuto quello che richiedevano.

L’obiettivo era ottenere la riduzione dell’orario di lavoro, la possibilità di usufruire di un’ora di riposo, la riduzione del peso dei pacchi da consegnare, e l’aumento del salario.
Alla protesta aderirono più di 400 bambine e dopo una settimana di sciopero radicale, ottennero quello che chiedevano.

La loro vittoria rappresenta un passo avanti importante nella definizione dei rapporti di forza del settore.

Anche se erano piccole, le “piscinine” avevano ottenuto qualcosa di grande.

Fonti: officinadellostorico.it

Continua la lettura con: 10 PAROLE del DIALETTO MILANESE intraducibili in ITALIANO

ARIANNA BOTTINI

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Arianna Bottini
Classe 1998, mi sto laureando in Scienze psicosociali della comunicazione. Sono alla ricerca del mio posto nel mondo; nel frattempo viaggio, leggo, cucino e compro piante.