Una stella eretta dagli spagnoli intorno al Castello Sforzesco ha trasformato la corte in una cittadella a sé stante. A prova di assalto.
La STELLA che ha reso il Castello Sforzesco INESPUGNABILE
Il Castello Sforzesco di Milano è oggi uno dei simboli più importanti della città. Uno dei castelli urbani più grandi d’Europa è tra i monumenti più visitati e ricercati di Milano, dagli stessi milanesi che si recano a passeggio o in visita ai meravigliosi musei interni.
Ma il rapporto tra il castello e i milanesi non è sempre stato un idillio, perché fin dalla nascita ogni signore o dominatore straniero ha stabilito lì la sua casa. E non si è trattato sempre di personaggi molto apprezzati dai cittadini.
Chissà se per tenere lontane le potenze straniere o per fronteggiare possibili rivolte popolari, gli spagnoli hanno deciso di costruire una fortificazione a protezione del Castello. Già perché i milanesi, popolo tradizionalmente pacifico, a volte può scattare di rabbia contro il loro signore.
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# La distruzione del Castello ad opera dei milanesi
Con la fine della prima signoria dei Visconti, i milanesi entrano nelle mura del castello, depredando ogni bene e distruggendo il più possibile dell’odiata struttura, immagine di tirannide.
Dopo questa insurrezione, seguono il bel periodo dell’Aurea Repubblica Ambrosiana e la Signoria degli Sforza, che sanciscono l’abbellimento della città con il contributo, seppure ancora contraddittorio, del Bramante, di Leonardo da Vinci e del Filarete.
La fine della dinastia Sforza consegna Milano all’instabilità e porta all’abbandono del castello, fino a che gli spagnoli con Carlo V sconfiggono definitivamente i francesi e diventano signori di Milano nella seconda metà del 1500.
Milano sembra debole di fronte alle mire di governanti di mezza Europa, pertanto gli spagnoli, dopo aver abbandonato l’idea di rottamare il Castello Sforzesco per costruirne uno nuovo, decidono per l’opzione più economica: costruire bastioni di rinforzo alla città, includere nella fortificazione anche il Castello e completare l’opera con una bastionatura dello stesso.
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# La stella a sei punte
La fortificazione delle mura del castello arriva 12 anni dopo l’inizio dei bastioni intorno alla città: costa ben 60.000 ducati, anticipati da un banchiere emergente, quel Tommaso Marino che vede la sua fortuna nascere e crescere intorno all’influenza degli spagnoli.
Il primo baluardo è quello che punta verso via Quintino Sella, a seguire vedono la luce quello di Via Ricasoli, poi Largo Cairoli, per finire con il sesto e ultimo verso Corso Sempione.
In spregio ai sogni di indipendenza dei milanesi, ogni punta della stella viene intitolata a un’autorità spagnola.
Da questo momento il Castello, così circondato, diventa una delle cittadelle più grandi di tutta Europa. Il fossato di protezione intorno al Castello è alimentato dai canali artificiali dei Navigli e una parte del progetto di Ludovico il Moro sta così prendendo forma.
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# Il raddoppio della stella
Terrorizzati dalle nuove tecnologie belliche, gli spagnoli ritengono Milano e la loro residenza al Castello non ancora sufficientemente protette, pertanto puntano al raddoppio dei baluardi, aggiungendo alla già complessa struttura a sei punte, altrettante “mezzelune” conficcate nel fossato e che protendono verso l’esterno, portando il Castello Sforzesco ad avere una fortificazione a 12 punte per un totale di oltre tre chilometri di bastionatura.
Di tutte le opere dell’epoca, forse la più fedele vista prospettica dell’edificio, è quella ritratta in un affresco di Villa Arese Borromeo a Cesano Maderno.
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# Milano e il “suo” Castello si separano
Finalmente viene coronato il sogno di Ludovico il Moro: quello di creare una cittadella nella città di Milano, complesso a sé stante lontano dalle abitazioni, ambizione perseguita con fissazione anche dagli spagnoli con espropri e abbattimenti delle case nate a ridosso del Castello.
Dei costi preventivati ad inizio lavori, per il Castello, non si sa più quante volte sono lievitati: le punte della stella sono raddoppiate, ma tra lavori, guarnigione e soldatesca da mantenere, il consuntivo è aumentato di 16 volte, praticamente più della cifra pagata da Francesco II di Sforza all’Imperatore Carlo V per comprarsi i diritti di governo sul Ducato di Milano qualche decennio prima.
Se i milanesi l’avessero saputo prima, probabilmente, anziché offrirsi agli spagnoli alla morte degli Sforza, avrebbero potuto contrattare per ricomprarsi la loro stessa libertà, continuando a perseguire il sogno dell’autogoverno iniziato con l’Aurea Repubblica Ambrosiana.
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# L’inevitabile casermone militare
Questa insana paura degli spagnoli nei confronti degli attacchi esterni, l’ossessione per la difesa di Milano e della loro cittadella nel Castello, ha inevitabilmente portato all’unico utilizzo possibile dell’edificio: riempito di soldati, armi e fortificato a quella maniera, il Castello Sforzesco diviene la più lussuosa ed elegante caserma militare post rinascimentale d’Europa.
La bella torre del Filarete, zeppa di polvere esplosiva, salta per aria e scompare, così l’esistenza di un’opera d’arte si tramuta in un cumulo di mattoni e macerie ammucchiate alla meno peggio.
Quando Milano cambia dominatore straniero, da Napoleone agli austriaci, il primo pensiero del nuovo padrone di casa è quello di abbattere queste mura e far contenti i milanesi.
Anche quando il Comune, suo malgrado, ne diviene proprietario, il primo pensiero è lo stesso di tutti i predecessori: la demolizione.
Si deve alla testardaggine del Beltrami se invece il Castello Sforzesco è stato ristrutturato, restaurato, la Torre del Filarete ricostruita il più possibile fedele alle stampe e affreschi dell’epoca e lo spazio adibito a luogo museale pieno di storia, cultura e identità.
Ora il Castello Sforzesco è proprietà di una cittadinanza più consapevole di avere tra le mani un capolavoro di cui andar fieri, sempre un po’ altezzoso e lontano dalle case del circondario. Ma adesso sappiamo il perché.
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LAURA LIONTI
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