Il nome deriva dal villaggio costruito nel 1919 dall’Istituto Autonomo Case Popolari per rispondere alla necessità abitativa della crescente popolazione milanese.
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Anche a Milano c’è Campo dei Fiori
# Il villaggio dei fiori che è stato cancellato
Il villaggio era composto di villette monofamiliari attraversato da strade che portavano ciascuna il nome di un albero, e che proprio quella specie ne caratterizzasse l’arredo floreale. Le case erano di fattura modesta, di un piano e con un piccolo giardino, realizzate per i reduci di guerra e mutilati, successivamente assegnati ai pensionati delle ferrovie dello stato.
Dopo la guerra, risultarono inadatte alle mutate le condizioni socio-economiche del paese. Si attuò quindi un nuovo piano urbanistico, con la demolizione delle villette e la realizzazione di unità abitative di piccola e media dimensione ai lati del quartiere, venduti ai privati.
Dopo le proteste degli abitanti sfrattati dalle case abbattute, i primi condomini costruiti, e non ancora venduti e abitati, furono soggetti ad una delle prime occupazioni politiche di case vuote in Italia ad opera di Lotta Continua, Sinistra Proletaria e altre associazioni.
# Il quartiere Campo dei fiori oggi
È un quartiere di estensione modesta situato tra Villapizzone e la Ghisolfa, delimitato dalla tratto di ferrovia Milano Porta Garibaldi – Milano Certosa e segna il confine con la Bovisa, rappresenta la linea di demarcazione tra il Municipio 8 e il Municipio 9.
Ha la conformazione del tipico quartiere residenziale, ben ordinato, con una serie di piccole palazzine condominiali ai lati del parco e gli edifici più alti affacciati in via Mac Mahon.
Continua la lettura con: I due chilometri di via Mac Mahon
FABIO MARCOMIN
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