Osservando con un po’ di attenzione una cartina geografica, balza all’occhio una particolarità: Milano, sebbene fondata su di una enorme falda acquifera, tra le grandi città europee è l’unica a non essersi sviluppata in riva al mare o lungo ad un importante fiume. Da Parigi a Londra, da Atene a Vienna, da Lisbona a Budapest, da Lione ad Amburgo, nessuna fa eccezione.
Milano invece, collocata a poca distanza da laghi e fiumi, non lontana dal mare, quale soluzione poteva trovare per ovviare a questa mancanza?
Il primo sistema di canali navigabili d’Europa
L’ingegno dei milanesi, da sempre gente pratica, li spinse ad utilizzare un ormai obsoleto e superato sistema difensivo, per farne corsi d’acqua: da qui nacquero la prima conca di navigazione al mondo e il primo sistema di canali navigabili d’Europa, canali utili sia per il trasporto che per l’irrigazione.
Un’opera di ingegneria idraulica unica che permise alla città di crescere, progredire e prosperare. Un’opera per cui esiste una domanda ufficiale da parte della Regione all’Unesco per riconoscerla come patrimonio dell’umanità.
Distruzione di una meraviglia
Corsi d’acqua che trasformano profondamente il paesaggio urbano, destando inoltre meraviglia e ammirazione a poeti, viaggiatori e pittori di tutto il mondo.
Per più di 800 anni i Navigli sono stati un tratto distintivo di Milano, qualcosa di indissolubile dalla città, con le loro storie e le loro leggende.
Purtroppo, una distorta idea di progresso, la speculazione edilizia, scarichi abusivi, ed una certa incuria, distrussero l’opera ingegnosa al cui miglioramento partecipò tra gli altri Leonardo Da Vinci.
Una mutata sensibilità verso le tematiche ambientaliste e paesaggistiche, una differente percezione dello spazio urbano, fanno da tempo pensare ad una totale riapertura.
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Riapertura parziale o totale?
Le città attraversate dall’acqua, posseggono un fascino unico, e una moderna visione di mobilità tende a limitare il traffico automobilistico privato.
Milano punta sempre più a diventare una meta turistica e certamente la riapertura permetterebbe di ridistribuire la movida, ora concentrata in Darsena, rendendo molte zone, adesso desolatamente buie e poco valorizzate, molto più attraenti.
Si è parlato del progetto del sindaco per una riapertura parziale dei navigli che ha ricevuto però lo stop per mancanza di fondi. Riapertura da molti giudicata insufficiente.
A favore della riapertura integrale arriva a sorpresa l’Europa. Alla richiesta del sindaco per un aiuto sulla riapertura parziale, l’Unione Europea ha rilanciato: possiamo aiutarvi se la riapertura sarà totale. Cosa si intende per riapertura totale? Significa dare attuazione a entrambe le fasi di lavori previsti nel progetto di riapertura.
La riapertura parziale
Il primo obiettivo del progetto è ricostruire l’antica continuità idraulica della città: ripristinare le connessioni delle acque del Naviglio Martesana con la Darsena, la Vettabbia e il sistema di canali del Sud Milano.
I 5 tratti a cielo aperto
La prima fase dei lavori prevede la riapertura di cinque tratti per un totale di 2 km:
Tratto A Via Melchiorre Gioia
Con la realizzazione di una passeggiata a livello dell’acqua che consente di separare i percorsi ciclopedonali dal traffico.
Tratto B Conca dell’Incoronata
La sua riapertura valorizzerà la Conca, con il ripristino delle storiche porte leonardesche.
Tratto C Via Francesco Sforza
L’affaccio sul Naviglio della Ca’ Granda, oggi Università Statale.
Tratto D Piazza Vetra e via Molino delle Armi
Presso il Parco delle Basiliche.
Tratto E Conca di Viarenna
Aprendo di nuovo all’acqua il passaggio sotto i bastioni, per completare la navigabilità sino alla Darsena.
La riapertura totale
La riapertura completa del canale navigabile avrebbe un’estensione totale di 7,7 chilometri, creando itinerari navigabili e ciclabili tra i fiumi Ticino e Adda.
Via San Marco, Tombun, Via Senato, Via Melchiorre Gioia fino a una rete che colleghi l’Adda con il Ticino: acqua come elemento di continuità dalle montagne al mare, con Milano al centro.
La riapertura sarebbe anche un progetto unico al mondo, portando l’esempio di una nuova visione urbanistica.
Grazie a pochi chilometri di canali riscoperti, si renderebbe possibile la futura navigazione da Locarno e Colcio fino a Venezia, attraverso la Darsena.
ANDREA URBANO
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