Le cinque giornate sono l’unica insurrezione popolare riuscita di Milano. Ce ne furono altre mancate o, talvolta, solo temute. Come i moti della primavera del 1898 che portarono in largo La Foppa operai e forze di sinistra rabbiose per l’imposta sul pane e per l’arresto di Turati e di Anna Kuliscioff.
Più della loro consistenza fu la paura di una rivoluzione che portò a proclamare la legge marziale e a spingere il generale Bava Beccaris a prendere a cannonate gli insorti, provocando oltre 100 morti.
Per vendicare la strage l’anarchico Gaetano Bresci due anni dopo uccise il re Umberto I che aveva premiato Bava Beccaris per quanto aveva fatto a Milano.
Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani
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