Le 5 attrazioni turistiche di Milano che i milanesi non amano

Anche se qualche turista li apprezza, non sono esattamente il meglio che la nostra città ha da offrire

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foto di andrea cherchi (c)
Fenicotteri a Villa Invernizzi - foto di andrea cherchi (c)
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Ci sono alcuni aspetti di Milano che non piacciono neanche a noi milanesi o che semplicemente pensiamo che anche se qualche turista li apprezza, non siano esattamente il meglio che la nostra città ha da offrire. Proviamo dunque a elencare una serie di attrazioni di cui faremmo volentieri a meno.

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Le 5 attrazioni turistiche di Milano che i milanesi non amano

#1 Tour del Quadrilatero della Moda

Il quadrilatero della moda di Milano è famoso dagli anni ’80 per essere il centro europeo e forse mondiale delle boutique d’alta moda. A parte gli addetti ai lavori della zona e i ricchissimi clienti che vi passeggiano, attira curiosi da ogni dove, che vogliono sentire il profumo del lusso e mischiarsi con vip a passeggio, magari ignorando bellezze architettoniche lì a due passi come gli Archi di Porta Nuova o Palazzo Dugnani.

#2 Ago, Filo e Nodo di Cadorna

sculture

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L’installazione artistica di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen, di fronte alla stazione dei treni di Milano Cadorna, è stata realizzata nel 2000 come omaggio alla forte produttività lombarda e milanese, nei colori che rappresentano le prime tre linee della metropolitana M1, M2 E M3. Ogni tanto capita di vedere qualche turista che usa il sito come sfondo per i suoi selfie, ma non abbiamo cronache di milanesi che abbiano fatto altrettanto.

#3 I fenicotteri rosa di Villa Invernizzi

foto di andrea cherchi (c)
Fenicotteri a Villa Invernizzi – foto di andrea cherchi (c)

Molti ancora non ci credono, ma nel cuore di Milano, da anni, nei giardini di una storica villa milanese passeggiano indisturbati dei fenicotteri rosa, per la gioia di bimbi a passeggio con genitori, di turisti estasiati e soprattutto di fidanzati che li usano come eterna scusa per non farsi lasciare dopo una bugia alla fidanzata: “se ti faccio vedere dei fenicotteri rosa, mi perdoni?” (PS l’ho fatto anch’io). Lo spettacolo è assicurato, anche se qui a Milano preferiamo pensare che il posto giusto per vedere un fenicottero sia un lago dell’Africa centrale. In ogni caso, se proprio non potete resistere, l’indirizzo è Villa Invernizzi, via Cappuccini 9, alle spalle di Corso Venezia.

#4 La merda d’artista

Credits: airtribune.it – Merda d’artista

Già il nome non ispira grande simpatia, figurarsi il contenuto. Eppure la Merda d’artista di Pietro Manzoni, nient’altro che una serie di barattoli sigillati dallo stesso nel 1961, rappresenta una forma d’arte provocatoria che negli anni ne ha fatto schizzare il valore artistico e commerciale a svariate centinaia di migliaia di euro. E questo, nonostante nel 2007 il pittore Agostino Bonalumi, amico intimo di Manzoni, abbia confessato che in realtà le scatolette contengono solo gesso. Nel dubbio, comunque, meglio non provare ad aprirle. In fondo anche le zuppe Campbell’s di Andy Warhol si sono trasformate in un oggetto d’arte… Ma almeno contenevano zuppa!

#5 “Il Dito” di Maurizio Cattelan

L.O.V.E., altrimenti nota come “Il Dito”
L.O.V.E., altrimenti nota come “Il Dito”

La scultura dell’artista padovano Maurizio Cattelan, battezzata L.O.V.E. e più comunemente conosciuta con l’appellativo “il Dito”, si trova al centro di Piazza Affari, sede storica della Borsa di Milano. Rappresenta abbastanza intuitivamente una critica al complesso sistema dell’alta finanza italiano e internazionale, di cui la Borsa di Milano è protagonista indiscussa. Forse non è esattamente qualcosa che non piace ai milanesi, e probabilmente è anche una manifestazione di coraggio dell’amministrazione dell’ epoca (Moratti 2010) e della città in generale, che con una vena di ironia e autocritica contesta un sistema di cui è attore principale. Una cosa è certa: a Milano ci sono sculture e statue molto, ma molto più eleganti.

Continua la lettura con: I 7 luoghi più curiosi di Milano

CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).