Le 5 TRASGRESSIONI di ieri e oggi a Milano

Quali sono i simboli della trasgressione nella Milano di ieri e oggi?

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Plastic Milano. Credits: @enzomiccio (INTSG)

In Italia il trasgredire ha da sempre rappresentato un tabù difficile da digerire. Una specie di frutto proibito di cui si ha timore reverenziale, ma che suscita molto molto interesse. Il nostro paese, tendenzialmente più conservatore al centro-sud e più progressista al nord, vive da sempre un rapporto conflittuale con la trasgressione. Neanche a dirlo, a Milano buona parte dei preconcetti legati ad essa sono stati sdoganati già da tempo, non solo dal punto di vista della sessualità ma anche e soprattutto in termini di moda, tendenze e costume. Che spesso confluiscono in un unico grande imbuto: la vita notturna. Ma come sono cambiate le trasgressioni a Milano dagli anni’80? Essendo diversi i temi, non ci sentiamo di fare classifiche, ma solo di elencare i maggiori locali trasgressivi di Milano. Ricordando inoltre che alcuni di questi mostri sacri sono stati chiusi, mentre altri sono aperti ma temporaneamente in stand-by a causa del distanziamento dovuto alla pandemia.

Le 5 TRASGRESSIONI di ieri e oggi a Milano

#5 Transilvania Live – San Siro (1998-2007)

Credits: marok.org

Un tempo, persone sofferenti da fobie legate a simboli funerari e/o specie animali dovevano girare al largo da via Paravia, 59, sede storica del Transilvania Live. Entrare qui, infatti, poteva essere un vero e proprio shock, perché ci si trovava di fronte a lapidi sparse sulle pareti, il bancone del bar tempestato di teschi, tavoli casse da morto e la teca con un serpente vivo, che spesso veniva nutrito (dal vivo) con un gustoso topolino. Ma al di là delle fobie, il Transilvania rimase soprattutto il punto di riferimento non solo milanese ma anche italiano per la musica metal. System of a Down e Eagles of Death Metal (si, proprio quelli del Bataclàn di Parigi), fra le maggiori band esibitesi qui. Non un locale per tutti, decisamente non per fighetti dello star system o colletti bianchi.

#4 Amnesia Milano – Forlanini (2002 – aperto)

Credits: topreservation.it

Nato sull’evoluzione del caro vecchio UB di fine anni’90 nella stessa location di viale Forlanini (zona sud est della città, non lontano dall’aeroporto di Linate) l’Amnesia diventa in breve tempo il punto di riferimento per la più scatenata e trasgressiva fra le varie branche della musica dance: l’house music. Negli anni, il club cugino del più celebre Amnesia di Ibiza ha stretto numerose collaborazioni con altre crew di Milano, possiede probabilmente il miglior impianto audio d’Italia e, grazie al senso per gli affari del suo manager Riccardo Lai, è diventato uno dei migliori brand per gli eventi night life più sfrenati. Come ad esempio il 12 hours party Syncopate, le notti di Sven Vath ai piatti e le celebri collaborazioni del periodo d’oro dell’house in Italia, con Frankie Knuckles e David Guetta come indiscussi principi delle serate.

#3 Capriccio Club Privè –  Isola (1980 – aperto)

Credits: festeamilano.it

Una rigorosissima selezione all’ingresso e un professionale staff a disposizione dei clienti in piena sicurezza sono i marchi di fabbrica di questo storico locale di Milano, situato in zona Isola. Al suo interno c’è una pista da ballo con musica Eighties per tuffarsi nel sound della Milano da bere, ampia zona fumatori, animazione, ricco buffet e una stuzzicante dark room, dove l’approccio tattile permette di sfogare le propria curiosità sensoriali, naturalmente al buio più completo. Per singoli o coppie, alla ricerca di nuove sperimentazioni del più antico dei piaceri.

#2 Silicone Club – Lambrate (2011 – aperto)

Credits: zero.eu

Scalinate in ferro da distretto federale, sapori e atmosfere berlinesi, luce diffuminata e fumo sparato dalle macchine per un sogno ad occhi aperti. Benvenuti al Silicone, ex Wall Club. Ovvero, il locale di musica elettronica più underground dell’intero nord Italia. Parecchi anni fa si chiamava Binario 1: impazzavano soprattutto le gay night. Da settembre 2014 però i fan di via Plezzo rimangono orfani di uno dei più bei club di Milano dell’ultimo periodo, ma a rilevare il vuoto, dal 2015, arriva il gruppone di Voyage (Marcello Carozzi, Antonio D’Amato e Luca Nove), Diego Montinaro aka Sandiego e Lele Sacchi, che dal Tunnel si spostano qui in zona Lambrate e, insieme agli organizzatori del Circoloco Milano Expo ridanno vita a questo club pazzesco. 

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#1 Killer Plastic – Porta Vittoria (1980-2012)

Credits: foto-divertente.blogspot.com

Il club ormai epico di viale Umbria meriterebbe un articolo a sé stante. Nato quasi per scherzo dall’idea di Lucio Nisi con l’obiettivo dichiarato (e folle) di creare il primo locale newyorkese di Milano, il Plastic divenne in breve molto ma molto di più. Trasgressivo a metà (un po’ new wave, un po’ dark) e già allora molto gay oriented, ma senza sbandierarne la tendenza, il Plastic è stato il primo a importare il sistema da New York, antipatico ma indubbiamente efficace, della selezione all’ingresso. Un sistema che alla fine ha evitato la massificazione, rendendolo desiderabile e irresistibile, ma soprattutto, ne ha protetto l’identità. Per una lunga stagione sulle poltrone e i tavolini barbon-chic del Plastic si sono sedute le rockstar alla fine dei loro concerti: da Madonna a Sting, da Springsteeen a Grace Jones, passando per i Pink Floyd; e poi artisti del calibro di Andy Warhol e Keith Haring. Praticamente, il Plastic segnò un vero e proprio movimento generazionale della vita notturna, diventando di fatto l’alternativa milanese, italiana ed europea al celebre Studio 54 americano.

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CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).