Ufficiale. La Lombardia resta zona rossa. Non solo: ci attende un altro aprile di chiusura. L’unica speranza? Il sogno della libertà ritrovata, una volta finito il lockdown.
Le 7 cose off limits e un po’ pazze da fare finito il lockdown
#1 Una partita a calcio in piazza del Duomo
Anche tanti contro tanti. Nessuna divisa, nessun abbigliamento particolare. Una palla, giubbotti o indumenti vari accartocciati a fare da pali come si faceva un tempo. La partita dei milanesi nella piazza simbolo.
Non esiste età, sesso o colore, ma soltanto il decidere in quale porta segnare. Generalmente si parte con il fair play per arrivare poi al rollerball estremo. Finirà con il proprietario del pallone che deve andare, nessun punteggio realmente tenuto e birra finale.
#2 Il tuffo in Darsena
Proibitissimo e sconsigliato per vari motivi, non ultimo quello sanitario. Infatti, la Darsena, a differenza del naviglio, ha un’acqua stagnante e mediamente inquinata oltre che fredda. Nonostante questo, nell’immaginario collettivo sarà un ambitissimo gesto di libertà da scolpire nella memoria.
#3 La corsa coi carrelli della spesa
Un classico, ma dato che difficilmente si trovano carrelli liberi in giro di notte, eviteremo di suggerire come ottenerli. Uno spinge e il più temerario si siede dentro il carrello. Le curve sono il momento topico, dove non è raro volare fuori dal carrello ribaltandosi, è quindi caldamente consigliato un percorso rettilineo. Valgono sportellate, insulti fino alla terza generazione e tifo da stadio. Proibitissimo agganciarsi all’avversario, pena squalifica immediata.
Gettonatissimi come propulsori i rari atleti del bob presenti a Milano, anche se i praticanti del rugby possono comunque dire la loro, mentre nel carrello ci finisce sempre la più scricciola della compagnia che, essendo coccolata, indosserà sempre un casco integrale prestato da qualche anima pia.
Sarà un gesto catartico nei confronti dell’unico ambiente in cui abbiamo trovato un pizzico di libertà in questi mesi: il supermercato.
#4 Nascondino nei parchi pubblici di notte
Da utilizzare giardini pubblici dove comunque nascondersi è facile, ma anche leggermente inquietante, specie se c’è buio pesto.
La tana non può essere costantemente sorvegliata e chi sta sotto dovrà essere molto abile. Per rivivere l’ebbrezza di un tempo quando chi era nascosto in posti remoti si domandava se fossero ancora in cerca di lui o se fossero già tornati a casa.
#5 Scendere dal pendio del monte Stella con un cartone sotto il sedere (specie se ha piovuto)
Esperienza incredibile. Si possono raggiungere velocità interessanti, certamente ci si sporca molto e soprattutto si prendono delle gran botte al fondo schiena. Meglio se si usa il casco da moto. Sarà una piccola rivincita alle due stagioni sciistiche ormai perdute.
#6 Improvvisare una discoteca in mezzo a una strada
Semplicissimo: tutti sintonizzati sulla stessa frequenza, si aprono gli sportelli delle auto e si balla come non ci fosse un domani. Il domani però c’è e lo sanno quelli che, svegliati dal frastuono, avranno aggettivi inqualificabili da urlare nei vostri confronti.
Non esiste vincitore, ma solo voglia di fare casino. Si scopriranno dei novelli Tony Manero ma anche qualche orso scoordinatissimo.
Una festa doverosa che ci manca ormai da anni.
#7 Cena improvvisata intorno a un gruppo di panchine
Ci si darà appuntamento a qualche panchina o muretto e poi si setacceranno i dintorni in cerca di forni, pizzerie, paninoteche o market aperti. Si condividerà tutto anche con chi passa di lì per caso.
Amicizie e amori sono nati con questa goliardata. Chissà se dopo l’anno record di crollo delle nascite non possa trasformarsi in esperienza di autentica rinascita.
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ROBERTO BINAGHI
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