Le STRADE di MILANO che mettono più ALLEGRIA

Anche i pochi che possono pensare che Milano sia brutta, grigia e antiestetica, riconoscono che alcune vie di Milano sono decisamente belle e luminose

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Anche i pochi che possono pensare che Milano sia brutta, grigia e antiestetica, riconoscono che alcune vie di Milano sono decisamente belle e luminose, tanto da trasmettere un senso generale di allegria. Non quella di Mike Bongiorno, eh.

Dopo aver parlato di quelle più tristi, andiamo a scoprire le vie più allegre di Milano. 

Le STRADE di MILANO che mettono più ALLEGRIA

# Via Lincoln, la strada arcobaleno

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Il quartiere arcobaleno di Milano è da molti considerato la nostra Notting Hill o, se preferite analogie con città italiane, la nostra Burano, dal nome del variopinto isolotto-quartiere della splendida Venezia. È una zona di Milano nata come villaggio operaio nei pressi della defunta stazione di Porta Tosa e poi brillantemente rinnovata circa un secolo fa con i colori che possiamo ammirare. La fermata metro-passante più vicina è quella di piazzale Dateo.

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# Via Paolo Sarpi, l’atmosfera della terra del Dragone

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Alias, la Chinatown milanese. La pavimentazione è stata ammodernata nei primi anni duemila, e la via oggi è prettamente commerciale, brulicante di ristoranti tipici, empori e piccoli o medi esercizi da cui si riforniscono all’ingrosso la stragrande maggioranza della comunità cinese sparsa per l’Italia. Se è poi vero che l’equazione buio=tristezza sia proporzionale a quella che equipara la luce alla gioia, non ci possiamo certo perdere il capodanno cinese (all’inizio di febbraio) dove le lanterne, le decorazioni e i coloratissimi costumi tipici attirano turisti e curiosi da ogni dove.

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# Il chiaroscuro di via Fiori Chiari

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Ovvero, la cugina splendente della vicina via Fiori Scuri, nel cuore di Brera, il quartiere storico degli artisti borghesi meneghini. Sull’origine del nome ci sono ben due versioni, una storica (con una mia personale lettura in chiave narrativa) e una per così dire geografica. Via Fiori Chiari era sede di un collegio femminile, in un’atmosfera simile a quella trasmessa dal romanzo di Louis May Alcott “Piccole Donne”, classico per l’infanzia femminile, mentre Fiori Scuri, sede di malfamate locande, risse e bordelli, assomigliava probabilmente un po’ più alle vicissitudini de “I Ragazzi della via Pal” di Ferenc Molnar (classico per l’infanzia maschile).

Per quanto riguarda la seconda ragione, si ritiene che Fiori Scuri sia semplicemente una via oscura per la collocazione dei palazzi che le fanno costantemente ombra e, al contempo, che Fiori Chiari sia una via quasi sempre investita dalla luce.

# Ogni giorno è festa a Corso Como

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Una delle strade di Milano più chic, alla moda e tendenzialmente sempre in festa è sicuramente Corso Como, bilanciamento perfetto di modernità e tradizione. La celebre strada pedonale ed estremamente turistica che congiunge Piazza XXV Aprile con la stazione di Porta Garibaldi e la vicina Piazza Gae Aulenti, dove spicca la Torre Unicredit, che, con i suoi 218 metri di altezza è il grattacielo più alto d’Italia.

Anticamente costituiva il primo tratto della strada Comasina, che collegava il capoluogo lombardo alla città di Como. A partire dagli anni ’90, poi, in Corso Como sono stati aperti numerosi locali che sono andati a comporre parte della cosiddetta “Milano da bere” e sono ben rappresentativi della vita notturna milanese. Pitbull, Loolapaloosa e Hollywood, i locali storici della zona.

# Corso Garibaldi, il cuore antico di Milano

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Anima dell’800 milanese, Corso Garibaldi in origine si chiamava Corso di Porta Comasina, il cui significato come scritto poco sopra era “la via che conduce a Como”. In passato rappresentava un umile sobborgo extramurale caratterizzato da un aspetto decisamente proletario, ed era popolato da artigiani e mercanti per lo più comaschi.

Storicamente poi, il corso resta celebre per essere stato teatro della ferocia austriaca durante le sommosse del marzo 1848. Oggi, Corso Garibaldi è un’importante e centralissima arteria di uffici, nightlife e boutique a due passi da Corso Como e dal nuovissimo quartiere allargato di Porta Nuova.

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# Il polmone verde di Via Morgagni

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Via Giovanni Battista Morgagni fa parte del quartiere Porta Venezia-Centrale: la strada costeggia deliziosi giardini popolati da famiglie con bambini, riders, runners, dog-sitters, turisti e passanti che vogliono respirare un po’ di verde fra le trafficatissime via Plinio e viale Regina Giovanna. Di locale qui c’è praticamente solo il Blanco di Piazzale Lavater, oasi della nightlife arcobaleno e bancone di prelibatissimi cocktails. Di notte poi è luminosissima, e inoltre pur essendo in pieno centro è molto molto silenziosa. Per questo, via Morgagni si presta a passeggiate pacifiche e serene a due passi dal rumorosissimo Corso Buenos Aires. 

# Via Dante, la più brulicante in ogni stagione

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Via Dante venne aperta a partire dal 1888 come collegamento viario con il Castello, contestualmente ai massicci interventi di sventramento effettuati in piazza Duomo e al Cordusio che ridisegnarono il centro della città. La nuova via venne realizzata secondo le indicazioni del Piano Beruto del 1884, che a sua volta si era richiamato a precedenti progetti dell’età napoleonica. Storicamente era percorsa da diverse linee tranviarie, deviate interamente nel 1958 a seguito dell’avvio dei cantieri per la realizzazione della linea 1 della metropolitana, che l’attraversa in sotterranea.

Fra gli eleganti palazzi tardo ottocenteschi che formano una cortina uniforme lungo la via, è da segnalare la presenza, all’angolo con la via Rovello, del palazzo Carmagnola (prima sede del Piccolo Teatro). Via Dante oggi è una delle principali passeggiate commerciali della città valorizzata dall’arredo urbano che la contraddistingue e dalla pedonalizzazione totale, avvenuta nel 1996 con la giunta presieduta dal sindaco Formentini, ed è probabilmente la via più luminosa di tutta Milano, anche perché col meraviglioso sfondo del Castello guadagna cento punti rispetto a tutte le altre vie del centro.

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CARLO CHIODO

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Carlo Chiodo
Nasco a marzo del 1981. Milanese moderno, ostinato e sognatore, alla costante ricerca di una direzione eclettica di vita. Laurea in Lingue e Comunicazione, sono appassionato di storia contemporanea, amante del cinema e del surf da onda. Dopo il romanzo d'esordio (Testa Vado Croce Rimango, 2016) ho pubblicato con Giovane Holden edizioni una silloge di racconti (Diario di Bordo, 2020).